TERAMO 'Mi consideravo e mi considero un ragionevole obiettivo di un attentato perchè in possesso di elementi di indagine rilevanti come presidente della commissione Mitrokin'. Si è aperta con la deposizione del senatore Paolo Guzzanti la terza udienza al tribunale di Teramo del processo contro quattro cittadini ucraini arrestati un anno fa a Mosciano Sant'Angelo a bordo di un furgone che trasportava granate da guerra, da utilizzare in un attentato contro Guzzanti, presidente della commissione bicamerale di inchiesta sull'affare Mitrokin. Guzzanti ha riferito di aver appreso da un consulente della commissione, 'di una confidenza di un esule russo in Gran Bretagna, Maxim Lidvinienko, secondo la quale era in arrivo in Italia materialle bellico dall'Ucraina, a bordo di un furgone, da utilizzare in un attentato, che in epoca successiva ho appreso, soprattutto dalle agenzie e dai giornali, essere diretto contro di me'. L'ex presidente della Commissione Mitrokin ha anche aggiunto di 'aver girato l'informazione al Sismi' e di aver rimesso al tribunale dei ministri la relazione del consulente e di averla segretata 'per evitare strumentalizzazioni alla vigilia delle elezioni' perché conteneva informazioni compromettenti 'per un personaggio politico' circa il possibile attentato. All'insistenza dei legali e dei giornalisti lo stesso Guzzanti non ha voluto rivelare il nome del politico tantomeno il grado di coinvolgimento nella vicenda. I quattro ucraini, imputati di detenzione illegale di armi da guerra, furono arrestati il 16 ottobre dello scorso anno nei pressi di un casolare di Mosciano Sant'Angelo (Teramo) dove stavano scaricando da un furgone merce varia. All'interno di una scatola con tanto di indirizzo del destinatario, c'erano due granate del tipo 'Frog' VOG 25P, da utilizzare con il fucile d'assalto Kalashnikov AK47. Gli investigatori cercavano quel furgone con targa ucraina in tutta Italia, dopo la segnalazione della squadra mobile di Napoli. L'inchiesta è divisa in due tronconi: a Teramo quella sul ritrovamento delle armi, a Napoli quella dell'ipotesi dell'attentato a Guzzanti.
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