Teramo alla riscossa

Teramo è fuori dalle rotte dell'Agenzia regionale per il Turismo. L'assessore provinciale al ramo, Orazio Di Marcello e la Consulta, anch'essa provinciale, per il turismo, criticano le scelte dell'APTR, che escludono Teramo. 'Per l'ennesima volta si legge in una nota dell'ufficio stampa della stessa Provincia apprendiamo dagli organi di informazione che l'APTR ha organizzato un press tour. Operazione meritevole prosegue la nota se non fosse che questi giornalisti non vengono mai portati nel teramano'. Assessore e Consulta affermano la necessità dell'apertura di un confronto 'su strategie che ci paiono quanto meno discutibili e che, oggettivamente, conducono a una rappresentazione parziale della nostra regione'.   

I nodi dei cattivi rapporti tra Provincia di Teramo, di centro sinistra, e giunta regionale, di centro sinistra, continuano a tornare al pettine. La presa di posizione dell'assessore provinciale al turismo e della Consulta seguono dappresso il 'non ci sto' del Presidente Ernino D'Agostino, che alcuni giorni fa si disse contrario alle scelte in materia di opere pubbliche del Presidente Ottaviano Del Turco, che secondo D'Agostino penalizzavano Teramo. Come non condividere, da cittadini teramani, le proteste dei nostri amministratori, che insistono, seppure con parole diverse, che Teramo viene trattata come la Cenerentola d'Abruzzo? Ciò che fa riflettere, però, è il come ed il perchè si sia arrivati a tale emarginazione. Storicamente la questione è nota ed è facilmente spiegabile, anche attraverso semplici ragionamenti sulle forze economiche regionali, sugli interessi che ne scaturiscono e sulla distribuzione geografica di questi punti di forza, più o meno leciti, più o meno evidenti. Ma adesso, da qualche tempo, c'è qualcosa di più. E' passato, in Regione, il messaggio che 'l'assessore regionale Paolini non gradisce D'Agostino, i DS a Teramo non sono schierati come dovrebbero, a Del Turco, di Teramo, non importa perchè non c'è niente che lo interessi'. Bene, tutto questo, ovviamente, non fa che accrescere la nostra fragilità. Politicamente non stiamo a cuore a nessuno, economicamente ancor meno. Non contano in regione i nostri rappresentanti, non contano in Regione le nostre capacità produttive. E' vero anche, forse, che non sappiamo far 'contare' ne' l'uno ne' l'altra. Potremmo almeno tentare con il ricatto elettorale, visto che alla fine, per la Regione, il serbatoio bianco/rosso (non solo in termini di colori cittadini) è sempre il più sicuro d'Abruzzo. (f. sc. )