San Berardo: le cerimonie religiose e la Fiera

TERAMO Le cerimonie religiose per la festività di San Berardo si svolgeranno nella Chiesa di Sant'Agostino, a causa del protrarsi dei lavori di restauro della Cattedrale. Cominceranno alle 9. 00 con la prima Messa alla quale seguiranno altre funzioni alle 10. 30 e alle 12. Nel tardo pomeriggio la celebrazione solenne: alle 19. 00 presiederà il Vescovo Mons. Michele Seccia. Durante la Messa vi sarà l'omaggio della comunità teramana on l'offerta del cero da parte del Sindaco, l'inno al Santo del M° Nicola Dati eseguito dalla Corale della Cattedrale e poi la esposizione delle reliquie e la benedizione della città con l'”elevazione del braccio”. La Fiera di San Berardo comincerà alle 7. 00 per concludersi alle 22. 00. Saranno interessate le seguenti strade e piazze: corso San Giorgio, via del Vescovado, parte di piazza Orsini, via San Berardo, via Vittorio Veneto, primo tratto di via Paladini, largo Proconsole, corso Porta Romana, corso Cerulli, via Saliceti, via Sant'Antonio, corso De Michetti, viale Madre Teresa di Calcutta, piazza Madonna delle Grazie. La biografia di Berardo di Pagliara è circondata da un alone di misticismo, di credulità popolare e di leggenda. Cominciamo a parlarne partendo dalla testimonianza archeologica del castello di Pagliara, posto sulla sommità di un monte tra Isola del Gran Sasso e Castelli. Di esso sopravvivono due torrioni diroccati ed i resti di un muro di cinta con una chiesuola in mezzo, dominio e dimora, sin dal tempo dei Marsi, dei Conti di Pagliara. Qui nacque come terzogenito Berardo, destinato per consuetudine, ma soprattutto per sincera vocazione, alla vita monastica, anche sull'esempio della sorella maggiore, tutt'oggi venerata come Santa Colomba ad Intermesoli. Berardo prende i voti giovanissimo entrando nell'ordine Benedettino ed è affiliato al monastero di San Giovanni in Venere di Fossacesia. Si dedica totalmente all'osservanza della Regola ed alla contemplazione conquistandosi la fama di santo taumaturgo con numerosi miracoli attribuitigli quando era ancora in vita. Alla morte di Uberto, Vescovo di Teramo fino al 1116, il Capitolo ed i Canonici Aprutini elessero Berardo nuovo vescovo, per unanime acclamazione della cittadinanza e del clero. Egli assunse la Cattedra episcopale con il titolo di Principe e con la dispensa alla celebrazione della Messa armata, un Privilegio concesso dal Papa alle pochissime Diocesi che si erano distinte nelle Crociate in Terra Santa. A quel tempo rifulgeva nel suo stile romanicobizantino l'antica cattedrale di Sancta Maria Aprutiensis nell'attuale sito di piazza Sant'Anna, con annessi Episcopio e Case sacerdotali che dopo l'investitura del vescovo Berardo divenne il fulcro della Città e il punto di riferimento per i diseredati. La pastorale berardiana fu rivolta principalmente al conforto dei deboli e dei malati con la fondazione di istituzioni assistenziali che si sono tramandate nei secoli. Berardo mor_ il 19 dicembre 1122 e le sue spoglie furono tumulate nella chiesa Cattedrale, oggi Sant'Anna, dove rimasero fino al 1776, anno in cui vennero traslate nella cappella a lui dedicata nell'attuale Duomo. Berardo si rivelò per Teramo pastore, principe giusto e padre miracoloso al quale i fedeli si rivolgevano in momenti di pericolo. Il Cartulario della chiesa teramana, infatti riporta i numerosi miracoli compiuti dal vescovo anche dopo la sua morte, come la guarigione dei ciechi e degli storpi ed il salvataggio della città da pestilenze ed assedi. Sempre secondo il Cartulario che alimenta la leggenda, più volte, con la città in fiamme fu visto un cavaliere armato galoppare in cielo su un cavallo bianco e fugare le truppe d'assedio, oppure salvare dalla distruzione totale la stessa Cattedrale che ospitava la sua tomba, durante l'assedio delle truppe normanne nel 1156 che vide la distruzione dell'antica Interamnia. Al patrono Berardo dobbiamo i nostri colori. Anche qui, storia e leggenda si sovrappongono. Tutto nasce da Andrea Matteo Acquaviva, duca d'Atri _ siamo nel 1521 _ che rientrato in possesso dei territori teramani intende rivenderli per finanziare una sua guerra contro il Re di Francia. A questo i teramani si ribellano, stanchi dei continui passaggi da tiranno a tiranno, ed organizzano una rivolta in armi, contro i soldati del dominatore, invocando contemporaneamente l'intervento della Vergine delle Grazie e del Patrono Berardo. Intervento che non si fa attendere: durante la notte del 17 novembre 1521 nel cielo appaiono le due figure, l'una con la veste bianca e l'altro con il mantello rosso a coprire l'armatura. Le truppe di Andrea Matteo fuggono spaurite, l'assedio si conclude e la città è salva. Sarà proprio per onorare il miracolo che il gonfalone di Teramo si tingerà di bianco e di rosso. Per l'approfondimento vedi la sezione 'Primo piano'