TERAMO “Scrivetemi”. Il Vescovo di Teramo Michele Seccia, con un gesto decisamente inedito per la nostra realtà, apre al dialogo, anzi lo sollecita. Lo fa dalle colonne del settimanale diocesano, l'Araldo abruzzese, in un editoriale nel quale traccia le linee della propria attività per i prossimi mesi. “Non ho fretta” sostiene il vescovo, che insiste sulla necessità di dover continuare a conoscere la realtà cattolica (e laica) nella quale opera da soli quattro mesi, e definisce un orizzonte programmatico basato su due concetti: comunione e missione. Ma è nelle ultime righe dell'articolo che Mons. Seccia dà una sferzata alle abitudini e forse anche all'idea che abbiamo del suo ruolo: “invito ad … aprire un dialogo tra i lettori ed il Vescovo su questo nostro settimanale”. Un passaggio nuovo, che dà il segno di una concezione dell'impegno pastorale ampia, dalla quale non esclude il rapporto diretto e trasparente. D'altronde che il vescovo Seccia si proponga con uno stile innovativo e particolarmente cristallino, lo si è già visto; e l'esempio per certi versi più immediato ma anche più eloquente appare sullo stesso Araldo nel quale viene riportata fedelmente l'agenda degli appuntamenti settimanali del capo della Diocesi. Ma la comunicazione in generale è argomento caro a Mons. Seccia. Non a caso alla ripresa delle pubblicazioni dopo la pausa natalizia, il settimanale diocesano _ il suo settimanale quindi si ripresenta con foliazione aumentata, da 12 a 16 pagine, e veste grafica innovata. E presto vi potrebbero comparire le lettere al Vescovo. E le sue risposte.
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