TERAMO I due ufficiali giudiziari arrestati dalla Guardia di Finanza della Compagnia di Giulianova nell'indagine condotta dal sostituto procuratore Valentina D'Agostino ritardavano il versamento o non restituivano affatto alle banche le somme di denaro incassate dai protesti. Per il momento l'indagine ha accertato un ammanco solo nei confronti di Banca Tercas di 70. 000 euro, ma l'ammontare delle operazioni illecite sarebbe di centinaia di migliaia di euro. Lo hanno riferito i magistrati inquirenti D'Agostino e Auriemma questa mattina (alla conferenza stampa c'erano il maggiore Roberto Di Mascio e il capitano Giuseppe Micelli), annunciando anche che ci sono almeno altri cinque indagati le cui posizioni sono al vaglio. Tra i retroscena della vicenda anche la curiosità che il responsabile dell'ufficio Unep del tribunale di Giulianova arrestato teneva per sè e versava sui propri conti correnti il denaro versato dai debitori per la levata del protesto, in un caso utilizzandolo anche per l'acquisto di titoli azionari poi rivenduti per un importo di 20. 000 euro. Le accuse vanno dalla concussione al peculato, all'istigazione alla corruzione, alla falsità ideologica in atto pubblico alla corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio. Domattina i primi interrogatori di garanzia nel carcere di Castrogno.
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