L'attacco di Caporale

TERAMO E' botta e risposta tra il sindaco di Teramo e il direttore dell'Istituto Zooprofilattico, Vincenzo Caporale, sulla questione sede centrale e accordo di programma per la sua realizzazione. Il tutto origina da una dichiarazione del sindaco dell'Aquila, Tempesta, che offriva ospitalità alla sede dell'istituto qualora Teramo perdesse tempo nella realizzazione. Chiodi ha risposto a Caporale, rassicurando che si sta facendo il possibile per chiudere l'iter, dando la sua versione dei fatti. Adesso il direttore dell'Istituto scrive una lettera aperta che riceviamo e pubblichiamo. Signor Sindaco, Sono stato chiamato in causa dalla Signoria Vostra per ragioni che trovo alquanto inspiegabili, ma tant'è. Mi trovo, ora, a dover chiarire la questione della sede dell'Istituto da me diretto per una doverosa risposta a Lei e per rispetto ai cittadini di Teramo. Ho registrato con piacere, cos_ come sono certo tutte i 560 dipendenti dell'Ente, il fatto che un Sindaco, quello dell'Aquila, si compiaccia di poter ospitare il Centro di ricerca e formazione sull'analisi del rischio legato alle zoonosi ed agli alimenti dell'Istituto. La costruzione di questo Centro è finanziata SOLO ED ESCLUSIVAMENTE con la valorizzazione di terreni agricoli di proprietà dell'Istituto in quel Comune. Ho anche detto che speravo che la situazione di stallo in cui versa la realizzazione della nuova Sede centrale dell'Istituto, anch'essa legata alla valorizzazione di terreni dell'Istituto, potesse essere infine rapidamente superata. Il Sindaco dell'Aquila ha dichiarato, inoltre, che, se ci fossero difficoltà insormontabili con il Comune di Teramo, il suo Comune sarebbe ben felice di accogliere, oltre che l'istituendo Centro, anche la nuova sede dell'Istituto Per queste dichiarazioni Lei ha ritenuto di aprire una polemica, non già nei confronti del Sindaco dell'Aquila, ma nei miei. Questo mi pare davvero singolare e mi verrebbe da sorridere, se non ci fossero di mezzo problemi istituzionali molto rilevanti, almeno per l'Istituto. Cerchiamo un momento di ricapitolare la situazione, cos_ che tutti possano capire. Il problema in essere che impedisce la conclusione dell'Accordo di programma, per la realizzazione della Nuova sede dell'Istituto, non è ribadisco non è un problema di volumetrie. Lei sa che gli incrementi volumetrici richiesti sono modesti rispetto alle volumetrie già esistenti e quasi tutti giustificati come rimborso dei costi che l'Istituto sta sostenendo per mantenere i famosi “cani del Sindaco” fino al 2009. In realtà il problema è, piuttosto, la destinazione d'uso delle aree ed il modo cavilloso con cui, in occasione dell'adozione del Piano Regolatore Generale nel Marzo 2006, avete reso impossibile all'Istituto usare liberamente le stesse, come controvalore in un eventuale appalto per la nuova sede.  Della nuova sede dell'Istituto abbiamo cominciato a discutere con un Consigliere comunale, da Lei delegato ai rapporti con l'Istituto stesso, oltre 2 anni fa, circa sei mesi dopo il suo insediamento. Solo nel Novembre 2006 per la prima volta e sottolineo per la prima volta Lei ha partecipato ad una riunione con l'Istituto per discutere della nuova sede. A conclusione di quella riunione Lei, non io, aveva affermato, dopo consultazione con i suoi tecnici presenti all'incontro, che prima della fine dell'anno (2006) l'accordo di programma sarebbe stato portato in Consiglio Comunale per l'approvazione definitiva. Siamo al 25 gennaio dunque a due mesi da quella riunione di cui, peraltro, apparve all'epoca ampio resoconto sulla stampa che, a ben leggerlo con spirito “Andreottiano”, indicava l'esistenza di una ben evidente opposizione all'interno del Palazzo.  È dunque un fatto inoppugnabile, dottor Chiodi, che la sua Amministrazione ha fatto passare molto tempo, senza ancora aver avviato l'iter per la conclusione dell'Accordo. È cos_ che si intende “fare il possibile e l'impossibile rispetto alla passata amministrazione” come da Lei affermato alla stampa? A me sembra piuttosto che Lei abbia delle difficoltà politiche oltre che istituzionali, che rispetto e comprendo, ma di cui non credo che l'Istituto debba farsi carico. A me sembra, piuttosto, che la sua Amministrazione continui a prendere tempo e le spiegazioni possibili del perché sono davvero molte. I fatti sono fatti: a tutt'oggi l'unico atto concreto di codesta Amministrazione resta il dirottamento dei fondi ricevuti dalla Regione Abruzzo per la costruzione della strada d'accesso alla nuova sede dell'Istituto, a beneficio del nuovo centro commerciale di Piano D'Accio.  Io all'Aquila, ho semplicemente osservato che è bastato meno di  un anno per concludere un accordo molto simile a quello che si dovrebbe concludere a Teramo e per il quale ormai si lavora dal 7 anni. Quella del Sindaco dell'Aquila sarà anche una trovata elettoralistica (come Lei ha commentato) ma io, nell'ingenuità dell'uomo di ricerca e scienza, do valore ai fatti più che alle parole.  Queste ultime, peraltro, dovrebbero essere usate per spiegare ai cittadini, in piena trasparenza, la verità su questa situazione piuttosto che come strumento per esorcizzare l'esistenza, all'interno del Comune, di interessi e pressioni assolutamente legittimi, ma altrettanto assolutamente contrari alla realizzazione di questo progetto. Non riuscire ad ammetterlo, spostando spesso e più facilmente la questione sul piano della contrapposizione personale, fino al dileggio e all'offesa, le assicuro che è esercizio assolutamente futile ed improduttivo.  E a proposito di parole a cui va dato un significato e di Istituzioni: come devo interpretare le Sue parole, che definisce un mio discorso una possibile 'Caporalata'?  Non vorrei pensare che Lei abbia inteso offendermi. Con rispetto istituzionaleVincenzo Caporale