A proposito di donne.

TERAMO Nell'aria c'è odore di mimose in fiore già da un po', ma ormai alle bizzarrie di questo clima ci stiamo facendo l'abitudine…E' un'abitudine già ben consolidata invece, per le donne, quella di ricevere mimose, auguri e strizzatine d'occhio da parte di uomini (o donne, non fa differenza) il giorno dell'8 marzo, “Festa della donna”, appunto. A modo nostro facciamo gli auguri alle donne teramane e in particolare alle donne della redazione, e restando fedeli al motto di emmelle. it, cerchiamo di ragionare su questa giornata tutta al femminile. In città e un po' dappertutto, si sprecano le celebrazioni, gli eventi, le manifestazioni per la Donna; e c'è né per tutti: gli intellettuali illustrano la figura femminile nella politica, nella letteratura, nell'arte; gli storici spiegano l'origine dell'8 marzo; i politici onorano la “festa” concedendo nuove possibilità alle Pari Opportunità; e poi, più privatamente, i fiorai infiocchettano quintali di mimose, i tavoli dei ristoranti sono pieni di comitive in rosa e nei locali specializzati si esibiscono più o meno probabili Centocelle boys di provincia. Ma cos_ doveva finire? O forse sarebbe meglio chiedersi se doveva cominciare cos_… Chi rivendicava la parità ed ha imposto l'8 marzo ha creato in realtà ineguaglianza, chi ha posto la “questione femminile” ha creato distanza. Non vogliamo unirci al coro di chi sostiene che quella di oggi sia una festa scontata, non vogliamo ripetere considerazioni sul ruolo, sulle condizioni della donna, ancora neglette, arretrare, ignorate. non aggiungiamo altre parole a quelle già note sulla necessità di affermare i diritti umani e i diritti costituzionali, che sono declinati né al maschile, né al femminile. Ma allora perché non fare a meno, almeno cos_ com'è, di questo 8 marzo e rivalutare davvero il RUOLO della donna? Ruolo che le è proprio non perché donato da un dio assoluto, da una legge positiva o da una cultura maschilista, ma dalla natura e dalle leggi dell'universo. Le donne del terzo millennio dovrebbero battersi, dall'8 marzo all'8 marzo, per affermare, difendere e tutelare le proprie caratteristiche biologiche ed antropologiche, prima fra tutte quella della maternità; caratteristiche che, recuperate, valorizzate e adoperate consapevolmente, insieme alle conquiste sociali, economiche e politiche realizzate finora e ancora da raggiungere, possono diventare la vera emancipazione e la nuova sfida delle donne al terzo millennio.