Risse in piazza, la Procura apre un'inchiesta

TERAMO Dopo i tafferugli, le polemiche. L'aggressione a Roberti Faurisson ha fatto scatenare la violenza di un gruppo di contestatori ma soprattutto fatto muovere la procura che ha aperto un'inchiesta sugli incidenti. Se è vero infatti che ci sono state cinque denunce per l'aggressione al negazionista francese e al professor Moffa e per il ferimento del capo della squadra mobile Gennaro Capasso, non si comprende bene perchè per quest'ultimo episodio non ci siano stati arresti. Già la contestazione di lesioni a pubblico ufficiale, in presenza di filmati e testimonianze, avrebbero dovuto far scattare le manette ai polsi dei contestatori violenti. Ma tutto ciò non è stato e si procederà a piede libero: in questura ieri hanno spiegato la procedura con l'assenza di elementi certi per la contestazione di reato più grave da far scattare l'arresto. Intanto si susseguono le testimonianze di solidarietà a Faurisson e Moffa, a testimonianza della presenza di una varietà di voci e idee sulla libertà di pensiero e di opinione. Anche la Fiamma Tricolore regionale è intervenuta per sottolineare che Agostino Rabbuffo, che è rimasto coinvolto nei tafferugli e aggredito anche lui dal gruppo di contestatori 'figli di deportati di Roma', non appartiene al partito ma al Mis.