Il volo della festa diventa di morte

VILLA VOMANO Un volo di morte, un volo che doveva durare al massimo dieci minuti e regalare un'esperienza mai provata prima: l'elicottero è invece precipitato dopo aver tagliato un cavo dell'alta tensione. A bordo c'erano il pilota, Sergio Testoni, imprenditore teramano di 41 anni, e tre passeggeri: Andrea Ruggieri, commerciante di 35 anni, la fidanzata moldava di 23, Alina Kirinciu, e la moglie del cugino, Nadia Durante, 35 anni. Tutti morti, senza scampo, dopo lo schianto sul letto del fiume Vomano. In cinque minuti, l'atmosfera di festa che circondava la 'Fiera sul Vomano', si è trasformata in terrore, ansia, speranze, lutto. La fila per salire sull'elicottero, messo a disposizione dell'organizzazione della fiera per giri panoramici, era lunga; tantissimi avevano e avrebbero provato l'ebbrezza di un giro in volo sopra al paese. L'ultimo, quello deciso dal destino, è partito alle 12. 35: le pale fanno rumore, il velivolo si alza, percorre un'ellisse sopra le teste e i gazebo della fiera, prende quota poi scende su un'abitazione, fa alcune centinaia di metri verso il ponte e si 'pianta' come fosse fermo nell'aria. All'improvviso una fiammata, il timone di coda si spezza, l'elicottero che gira come impazzito, si ribalta e scompare oltre la boscaglia al bordo del fiume Vomano. L'elicottero finisce nel fiume, in un punto dove l'acqua è alta al massimo tre o quattro metri sopra altrettanti di melma: lo schianto, dunque, è stato tremendo e ha maciullato elicottero e occupanti. Alla Fiera si spande il panico, le gente urla, molti si lanciano verso il fiume e nella vicina cava di inerti dei fratelli Di Sabatino, l'unico punto più vicino e praticabile per raggiungere quel punto del fiume. L'elicottero (un R44 di proprietà della Sedima di Bellante ma il cui uso era in esercizio alla Futur Fly), è però scomparso nelle acque melmose e per ritrovarlo c'è bisogno di seguire le tracce dei pezzi. Due giovani del posto, uno dei quali, Marco Ortolani, dipendente del Parco Gran Sasso Laga, conosce chi si trova a bordo, non hanno esitazioni: si buttano nel fiume e raggiungono quel che affiora del rotore, cercando disperatamente di raggiungere la cabina sott'acqua. Quando il grosso dei soccorsi arriverà, li troveranno a cavalcioni dell'elicottero, senza respiro, riemersi per riprendere fiato e rituffarsi sotto per salvare degli amici. Nessuno ci sarebbe riuscito, nemmeno soccorritori con mezzi più attrezzati di quelli che poco dopo arriveranno. Due cadaveri sono ancora allacciati ai sedili con le cinture, erano i due uomini che sedevano davanti. Per aiutare nei soccorsi i vigili del fuoco del gruppo speleoalpinofluviale (Saf), l'amministrazione del Consorzio di Bonifica Nord autorizza l'apertura delle paratie della diga che si trova mezzo chilometro più giù. Il livello dell'acqua scende, affiora la tantissima melma che imprigiona il relitto, si possono raggiungere i corpi senza vita. Il primo viene recuperato dopo tre quarti d'ora dalla tragedia, l'ultimo dopo due ore. La cava d'inerti è stata nel frattempo trasformata in un teatro delle operazioni simile a un fronte di guerra. Tra i vigili del fuoco, protezione civile, polizia di Stato, carabinieri, croce rossa e personale del 118 che si alternano, sudati e infangati, lungo la scarpata fangosa che porta al fiume, si vive il dramma e l'ansia dei parenti: c'è Silvio Narcisi che la sotto ha la moglie Nadia, sposata appena un anno fa, e il cugino Andrea. Lui aveva fatto il giro precedente e aveva dato il cambio alla moglie che invece ha pescato il volo della morte. Chiede di sapere, vuole sapere se ci sono ancora speranze, quelle speranze che si perdono nel cielo diventato nel frattempo plumbeo quando il corpo inerme di una donna viene adagiato sulla sponda del fiume e coperto con un telo verde. Una tenda da campo della Croce rossa si trasforma in obitorio e da pronto soccorso: i parenti vengono assistiti dagli infermieri, altri, come il fratello di Andrea Ruggieri, viene colto da collasso e trasferito all'ospedale di Teramo. L'organizzazione della fiera sospende la manifestazione per lutto, le sirene continuano a riempire l'aria di questa frazione, sul posto arrivano i sindaci di Teramo, Gianni Chiodi, e di Penna Sant'Andrea, Antonio Fabri. Il dolore paralizza tutti, impedisce anche di sentire la pioggia che copiosa rende impraticabile la zona: i sostituti procuratori Roberta D'Avolio e Bruno Auriemma effettuano il sopralluogo e ascoltano i tecnici, poi dispongono le autopsie sui corpi e il ricovero dell'elicottero, dopo il recupero, in un vicino capannone. Oltre a quella penale, c'è anche l'inchiesta dell'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo. Perchè l'elicottero, che girava già da venerd_ pomeriggio e aveva già portato in aria decine e decine di persone, è finito sui cavi dell'alta tensione: ha sbagliato il pilota? C'è stata un'avaria improvvisa? Il vento o la leggera turbolenza lo ha deviato vicino ai tralicci? Le domande passano ai periti, la tragedia di quattro famiglie resta.