La guerra di Piero e la tregua di Gianni

TERAMO Non scomodiamo il Bardo e il suo celeberrimo “Molto rumore per nulla”, ma attardiamoci a riflettere sulle vicende ultime di Palazzo di Città. Ricordiamole brevemente: Gioved_ scorso, in quella che sembrava una scontata seduta consiliare riservata alle Interrogazioni, irrompe il buon Piero Romanelli, consumato consigliere comunale di Alleanza Nazionale ed ex consigliere regionale, che d'improvviso prende la parola e si produce in un attacco frontale alla stessa amministrazione che lui e il suo partito sostengono; lo spunto glielo dà una presunta leggerezza nella gestione di un paio di questioni legate alla società Teramo Ambiente. E' una dichiarazione di guerra; passato lo stupore, tutti comprendono che Romanelli ha parlato a nuora per far intendere suocera; l'oggetto della sua reprimenda era Forza Italia, dalla quale Alleanza Nazionale a Roma ma anche a Teramo _ si allontana sempre più. Il Sindaco dal canto suo incassa il colpo ma subito lascia partire la contraerea. Convoca i notabili dei partiti che lo sostengono e consegna loro una cartelletta nella quale sono indicate alcune condizioni; subito dopo, lo stesso Sindaco chiama la stampa e ufficializza un ultimatum: entro martedì (oggi) se i partiti che lo sostengono da otto anni accettano le sue condizioni, si va avanti, sennò ci si ferma qui. Non è stato necessario aspettare martedì. Già ieri sera, era tutto ricomposto, con Alleanza Nazionale, Piero Romanelli e un po' anche Forza Italia rientrati nei ranghi, sebbene coi capi cosparsi di quantità differente di cenere. Non lo scomodiamo, Shakespeare, allora. Perché in realtà, la storia qualcosa di significativo l'ha detto, altro che nulla!1) Il Sindaco ha usato il pugno duro e con un bel colpo di decisionismo ha imposto ai suoi sodali una scelta, uno stile e li ha messi di fronte ad una assunzione di responsabilità; dalla vicenda è lui che esce vincitore; per ora ha capitalizzato un investimento sbagliato fatto da altri;2) non era proprio immaginabile che, dopo cinque anni trascorsi a studiare da maggioranza e tre passati a guidare la città, il centrodestra buttasse all'aria l'importante patrimonio elettorale, politico, di immagine immagazzinato fin qui; solo la sinistra è titolata a fare queste cose. 3) i nervi, per la prima volta, sono venuti alla luce; finalmente sappiamo che il “modello Teramo” _ l'unità del centrodestra che produce effetti positivi sulla governabilità non è roba da extraterrestri scesi qui da noi ma che ha pure esso un cuore che palpita, muscoli pronti a scattare, sguardi differenti sulla realtà, uomini che sbagliano. 4) ancora: l'opposizione. brancola nel buio. Ha dapprima prodotto un comunicato francamente scontato e privo di reale sostanza politica; poi ha organizzato una conferenza stampa nel corso della quale ha saputo mirabilmente dimostrare che essa, al suo interno è in disaccordo su tutto: Chiodi ha sbagliato, anzi no; la vicenda della TeAm è roba seria, ma forse non tanto; il centrodestra è in balia del Sindaco, ma sa svincolarsi dagli ordini di scuderia. Meglio fermarsi qui. 5) Ora rimane solo da attendere che il Sindaco riferisca in Consiglio Comunale come sono andate le cose; la vicenda la si è giocata alla luce del sole, è stata di patrimonio pubblico; è giusto, allora, che con la stessa modalità istituzionale il Primo Cittadino dica a tutti come si è sviluppata, quale ne è stato l'esito e, perché, no, cosa accadrà d'ora in poi, alla luce di essa.