Imprese, banche, occupazione: le contraddizioni della nostra provincia

TERAMO – Il dinamismo imprenditoriale e la capacità del territorio di movimentare i flussi del lavoro sono gli indicatori utilizzati dal Sole24 Ore per stabilire la graduatoria denominata “Affari e lavoro” nella più generale inchiesta sulla Qualità della vita nelle province italiane. Teramo si classifica, in questa sezione al 65° posto, perdendo posizioni rispetto al passato e soprattutto rivelando uno stato delle cose decisamente non incoraggiante. L’indicatore più preoccupante è quello dei protesti, dell’indebitamento insomma, che a fronte di una media nazionale di 49, 68 euro pro-capite, fa registrare qui da noi un dato pari ad 88, 99 euro per ciascun teramano. Dato negativo che ci pone nella parte bassa della graduatoria nazionale. Non diversa è l’indicazione che giunge dai tassi di interesse praticati dal sistema creditizio sui prestiti a breve: il nostro 7, 22 è ancora troppo lontano dalla media italiana del 6, 99 e fotografa una delle difficoltà del mondo imprenditoriale. Vanno un po’ meglio le cose se si considera l’occupazione, in riferimento ad uno specifico punto di vista, quello del rapporto tra coloro che sono in cerca di lavoro e la forza lavoro disponibile: 6, 50 è la percentuale teramana a fronte del 6, 83 nazionale. Gli occupati, invece, nella fascia 25-34 anni sono il 69, 4% del totale, dato non distante dalla media nazionale del 71%. Infine due indicatori sulle imprese. Il primo rileva il rapporto tra le aziende sorte e quelle che hanno chiuso (tutti i dati si riferiscono al 2006) e rileva come a fronte di ogni impresa che ha chiuso i battenti, nel teramano ne siano sorte 2, 04 (1, 74) in Italia. Poi c’è il dato sulle imprese sorte ogni 100 abitanti: 4, 60; si tratta di una percentuale che fotografa una capacità di rischio e una voglia di intrapresa che possono probabilmente essere presi come punti da cui muovere per ridare slancio al mondo del lavoro. Chiudiamo con un indice che segna un atteggiamento psicologico diffuso, quello che segnala la percezione della gravità attribuita al problema lavoro: 37, 3; il dato sta a dire che in una scala da 1 a 100 i teramani percepiscono la problematica come seria; per comprendere il valore basti dire che a Bolzano esso si attesta sul 3 Bolzano mentre a Crotone sul 68, 5.