Natale a tavola: sprechi e tradizioni

TERAMO – Oggi, vigilia di Natale, l'Ansa ci offre un delizioso panorama delle tradizioni gastronomiche italiane. Certo, a noi, in Abruzzo, non mancano idee ne' materie prime. E tanto meno la tradizione. Ma se anche solo per curiosità volete dare uno sguardo. Largo alla tradizione e alla fantasia culinaria e bando agli sprechi: questi i due consigli offerti dell'Accademia Italiana della Cucina (Aic) per santificare il periodo natalizio con gustosi menù rigorosamente low-cost. Nonostante gli annunciati aumenti delle materie prime a tavola, sembra infatti possibile preparare un'ottima cena della Vigilia con un budget di 10-12 euro a persona ed un cenone di Capodanno con non più di 17 euro. Non occorre la bacchetta magica, basta tenere a mente qualche piccolo accorgimento: "il primo consiglio – ha spiegato Giuseppe Dell'Osso, Presidente dell'Accademia Italiana della Cucina – consiste nell'attingere all'enorme bacino di ricette della tradizione, evitando in particolare tutto ciò che è moda e standardizzazione". La seconda regola d'oro è evitare categoricamente gli sprechi: "va bene mangiare all'insegna dell'abbondanza e del piacere di stare in tavola, ma in media su quello che si cucina sotto le feste ben il 20% finisce nella spazzatura". Tra le pietanze più sprecate, al primo posto gli antipasti (30%), seguiti dai dolci (23%), dai contorni (22%), dal pesce (18%) e da alcuni secondi di carne (17%). Fanalino di coda, a quota 10%, i primi. Ed ecco allora alcune idee per far si che il Natale non si trasformi in un incubo per il portafoglio: spaghetti con molliche di pane ed acciughe, pasta e ceci, stoccafisso con patate, insalata di rinforzo e ovviamente frutta, dolci, vino e spumante, rigorosamente italiani. "Si tratta di una cucina povera, dove regna soprattutto il pesce azzurro. L'Italia dispone di ben 266 specie ittiche, ma il consumo si concentra per l'80-90% su una ventina di pesci, che ovviamente lievitano nei prezzi e impoveriscono la nostra tradizione". Per il Capodanno, invece, accanto a caposaldi della tradizione come l'anguilla marinata, i tortellini in brodo, il cappone, il cotechino con le lenticchie e gli immancabili pandoro e panettone, l'Aic consiglia dei raffinati crostini di fegatini e soprattutto un'insolita lasagna vegetale, per "recuperare la sana cucina dell'orto".