TERAMO – “Emanuela Loretone invita alla discussione e al confronto e questo ci fa piacere; come pure ci fa piacere l’invito rivolto ai dirigenti che animano la vita del PD teramano con “vivacità” ad essere generosi e a fare un passo indietro”. E’ l’attacco della controreplica di Bosi, Di Sabatimo e Topitti che a loro volta si erano sentiti rispondere sul futuro del Pd dalla Loretone. “Che i passi indietro significhino incontri conviviali con questo e quell’altro invece ci impensierisce e fa sorgere il sospetto che gli appelli all’unità non siano altro che rituali in puro politichese. Ci stupisce invece apprendere allarmati che il PD – scrivono i tre – non deve essere un partito di programma poiché è tutto proteso a definire valori, identità, sintesi culturali. Infatti sono quasi due anni che si discute sulla nascita del PD, molto si è detto e molto si è scritto e francamente riprendere il dibattito sempre dallo steso punto ci sembra anche qui una giaculatoria. O forse la Loretone quando nella fase congressuale diessina era troppo impegnata a contar mozioni – insiste la nota – non si è accorta che tutti i temi che solleva erano stati abbondantemente dibattuti e sviscerati tra la distratta partecipazione di quanti erano più attenti ai consensi da raccogliere. Speriamo almeno che l’invito al confronto sia sincero e possa contribuire a far crescere un soggetto politico veramente nuovo. Ma sotto questo aspetto dai palazzi romani e dalle abbuffate rivierasche vengono segnali inquietanti”.
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