Lo ha ucciso perchè stanca delle violenze

"image"CAMPLI – Lo ha ucciso con un solo colpo, dritto al cuore. La lama del coltello da tavolo, a seghetto, è affondata tra le costole e ha ucciso Hantie Zhao, cinese di 26 anni (nella foto piccola), quasi all’istante. A colpirlo, mentre teneva in bracco il figlioletto di un anno, la moglie Su Ling Hu, di cinque anni più giovane e con la quale era sposato da quasi due anni e incinta di sei mesi. La tragedia si è consumata in un modesto alloggio ricavato al pianterreno di un’abitazione di Sant’Onofrio di Campli, diviso con l’opificio di cui era titolare la vittima e che dà lavoro a una ventina di operai, connazionali dei protagonisti della vicenda. I due hanno litigato ieri sera verso le 23, in maniera molto vivace, a detta di chi li ha sentiti. Lui avrebbe malmenato lei e secondo quel poco riferito dalla donna subito dopo l’arresto, non sarebbe stata violenza isolata, di recente. "image"E questa frequenza avrebbe motivato e scatenato la sua reazione, altrettanto violenta e tragica: lo ha ucciso e nello stesso tempo rischiato di colpire anche il loro piccolo, investito dagli schizzi di sangue. Le urla hanno richiamato l’attenzione della madre dell’uomo, che abita al piano superiore, e alcuni operai che hanno soccorso Hantie Zhao e lo hanno portato in macchina al vicino ospedale di Sant’Omero dove però il cinese è arrivato senza vita. La donna non ha potuto e forse non ha voluto nemmeno sottrarsi all’arresto: quando i carabinieri del Norm della compagnia di Alba Adriatica (nella foto il capitano Pompeo Quagliozzi) hanno raggiunto l’abitazione, la donna era immobile nella camera da letto-casa, nella stessa posizione in cui poco prima aveva ucciso il marito. E’ stata arrestata e trasferita nel carcere di Castrogno assieme al figlioletto. Adesso attenderà l’interrogatorio di garanzia davanti al gip e sarà a disposizione del magistrato inquirente, il sostituto procuratore Stefano Giovagnoni. La tragedia ha scosso l’ambiente di Sant’Onofrio, popolosa frazione di Campli, dove la comunità cinese è numerosa, composta da circa 500 persone, delle quali un centinaio di bambini in età scolare: gran parte di loro lavora in opifici come quello gestito dalla vittima, una ventina in totale nella zona, dove si producono capi di abbigliamento. La coppia protagonista della tragedia era a Sant’Onofrio da appena un anno e mezzo, dopo essersi trasferita da Torino.