Artigianato: tra abusivismo e doppio lavoro

TERAMO – Nel settore artigiano, da un’indagine condotta a livello nazionale risulta che, rispetto ad un totale di 1.470.000 imprenditori artigiani regolari, possono essere stimati in 2.200.000 i soggetti che svolgono attività abusive di natura artigiana in modo occasionale o ricorrente. E’ l’attacco di un comunicato stampa della Confartigianato Teramo che pone l’accento su due fenomeni: l’attività abusiva e il doppio lavoro. Per l’ttività abusiva, sulla base di una simulazione ragionata, se venissero svolte sistematicamente ed a tempo pieno, potrebbero essere quantificate in 917.000 "posizioni aziendali" che inquinano il mercato dell’artigianato, soprattutto nei settori dell’edilizia, dell’installazione di impianti, dell’autoriparazione, del tessile, degli acconciatori e dell’autotrasporto. Da uno studio condotto dal Sistema Confartigianato Teramo è emerso che l’abusivismo è uno dei problemi più avvertiti dalle imprese del comparto artigiano le quali, operando in un quadro istituzionale e legislativo definito, vengono direttamente e gravemente insidiate da questa piaga sociale. Il fenomeno è stato denunciato svariate volte dal Presidente della Confartigianato Teramo Luciano Di Marzio che, tramite l’associazione ha raccolto numerose segnalazioni..“Spesso ci si trova di fronte a forme di attività imprenditoriale abusiva – evidenzia Di Marzio – che si concretano in una permanente violazione di obblighi ed adempimenti previsti dall’ordinamento per l’esercizio professionale di attività imprenditoriali. Esse comportano lo scardinamento dei presupposti stessi della concorrenza nel mercato e si traducono in costi elevatissimi per l’intera collettività nazionale sia per le mancate entrate fiscali e contributive, sia per la qualità nettamente inferiore e l’inaffidabilità dei servizi prestati a pregiudizio della sicurezza dell’utenza”. Il Presidente Di Marzio è pienamente d’accordo sul potenziamento dei controlli nei riguardi degli irregolari, ma che siano per tutti. Ma la denuncia del Presidente dell’Associazione si estende anche alle forme di lavoro abusivo messe in atto da quelle persone che sono già impegnate in un lavoro ufficiale e quindi svolgono una doppia e, talora, tripla attività; sono numerose le forme di lavoro abusivo svolte da soggetti in cassa integrazione od in mobilità. “Non sono contro chi intende arrotondare lo stipendio con un secondo lavoro –sottolinea Di Marzio – ma è necessario che lo svolga regolarmente, pagando le tasse e rispettando le norme amministrative fiscali, sulla sicurezza e contributive previste dal nostro ordinamento”. Il presidente Di Marzio torna dunque torna a chiedere la massima collaborazione a tutti gli enti preposti al controllo, ai sindacati dei lavoratori dipendenti, i quali non devono solo lamentare che alcune imprese non regolarizzano i propri dipendenti, ma segnalare anche coloro che, pur avendo un lavoro, nel tempo libero svolgono illecitamente attività concorrenziale. In definitiva occorre un disegno organico e complesso che ponga le basi di una nuova strategia per reprimere ed al contempo per prevenire le distorsioni provocate dal fenomeno dell’abusivismo a danno del mercato ed a pregiudizio della professionalità degli imprenditori.