Donne e salotti culturali

TERAMO – Questa settimana il “Salotto culturale” di Prospettiva Persona  presenta “Le donne e i salotti culturali”, a cura di Roberto Bertacchini, scrittore e saggista. Nell’incontro, fissato fissato per domani mercoledì 23 gennaio alle18, saranno illustrati da Bertacchini la valenza sociale, culturale e politica dei salotti che si sono configurati come luoghi di interazione fra la dimensione pubblica e quella privata, animati  prevalentemente dalle donne. Ma perché tanta importanza ai salotti? In una nota particolarmente interessante, che riportiamo di seguito, ce lo spiega prospettiva Persona.
I salotti erano luoghi di incontro culturale e mondano in cui donne e uomini (della nobiltà e dell’alta borghesia) si riunivano per conversare. La conversazione, asse centrale di queste riunioni, era intesa come forma di relazione sociale e come la forma più idonea di imparare, di insegnare e di comportarsi. "La conversazione era un’educazione al mondo, perfino l’unica di cui molte e molti potevano disporre" . 
I salotti furono fondamentalmente una creazione femminile; organizzati e diretti da grandi signore offrirono alle donne un luogo di libertà, potere e piacere.
Fu proprio una donna, Madame de Rambouillet (1588-1665), a fondare nella prima decade del secolo XVII un salotto che divenne il riferimento per i salotti che proliferarono per tutta Parigi durante quel secolo e anche il seguente. Gli insegnamenti di Madame de Rambouillet furono raccolti in molti salotti dell’epoca. 
I salotti costituiscono "un fatto civilizzatore" e sono in quel tempo al centro della vita culturale e sociale ed anche delle nuove idee ed azioni politiche. In essi erano le donne che dirigevano e determinavano il tono della conversazione. In questo contesto di sapere e prestigio femminile si rende visibile, soprattutto a metà del secolo XVII, un gruppo di donne che conosciamo come "Preziose". Esse stabiliscono nuove idee, correnti letterarie, modificazioni nel linguaggio, modelli di comportamento tra i sessi, che vanno ben oltre la questione culturale. Le Preziose costituiscono tutto un movimento sociale, che si propone di cambiare i costumi e le norme sociali esistenti, dato che -come dicevano- non vi era civiltà degna di questo nome che non le collocasse nel loro posto, il posto che loro stesse diranno qual è e come lo desiderano. Si chiamavano Preziose perché davano "prezzo" (valore) a molte cose a cui mancava, a cominciare da loro stesse. Un valore al quale non erano disposte a rinunciare, ma al contrario a dire a voce alta, come infatti fecero, dato che erano coscienti che i privilegi che potevano avere come classe, non le salvavano dagli svantaggi che avevano come sesso, come ad esempio l’obbligo e il mantenimento di un vincolo matrimoniale. Vincolo rispetto al quale alcune di loro mostrarono un chiaro rifiuto.