Chiodi furente con la Regione per il finanziamento all’ex Marrucino

TERAMO – Il sindaco di Teramo Gianni Chiodi è furente. Un importante finanziamento all’Ente lirico d’Abruzzo premia, secondo il primo cittadino, i fallimenti e penalizza tutti gli altri. E’ evidente dunque lo sperpero di denaro e l’impoverimento delle già scarsissime risorse. Il sindaco chiede ai Consiglieri regionali di non approvare il provvedimento. Ecco la dichiarazione di Chiodi che l’ufficio stampa del Comune ha diramato. “Apprendo con costernazione che il Consiglio Regionale si appresterebbe a votare mercoledì prossimo, un maxifinanziamento a sostegno dell’Ente Lirico d’Abruzzo (ex Teatro Marrucino). Se ciò dovesse verificarsi, ci troveremmo di fronte ad un atto di gravità assoluta. Il finanziamento, infatti, concorrendo a ripianare una gestione che ha dato risultati disastrosi, da un lato penalizza chi opera positivamente (e si vede costantemente ridotto il sostegno), dall’altro crea problemi negli equilibri economico-culturali della regione, visto che la somma elargita allo scopo indicato andrebbe inevitabilmente – e sensibilmente – a depauperare il totale delle risorse disponibili. E’ davvero singolare, per non dire preoccupante, dover constatare che, in caso di conferma della notizia, verrebbe inviato un messaggio estremamente grave: si premia la cattiva gestione. E’ un implicito invito al lassismo perché comunque c’è sempre l’intervento pubblico (Pantalone), che ripiana debiti e fallimenti operativi. E’ appena il caso di ricordare che a molti enti ed associazioni culturali, non solo del teramano ma anche di Chieti, L’Aquila e Pescara che pure negli ultimi anni vedono crescere sensibilmente quantità e qualità del proprio operato, vengono ridotti costantemente i finanziamenti, con giustificazioni che sembrano far piazza pulita di ogni possibile esigenza. Credo sia inevitabile sottolineare la gravità della eventuale decisione del Consiglio Regionale. Invito pertanto i consiglieri a non dare la propria approvazione ad un provvedimento che penalizza chi lavora bene e premia chi opera male, e che implicitamente contiene un messaggio negativo che non dovrebbe più essere diffuso da chi tende alla buona gestione delle risorse pubbliche”.