Chiodi: nomine e dietrologia

TERAMO – Passata la buriana dei commenti sulla nomina da parte del sindaco Gianni Chiodi dell’assessore alle finanze Carmine Tancredi, val la pena di riepilogare e riflettere un po’. A "bocce ferme", cerchiamo di vedere che cosa e perchè. Diamo intanto per scontato che, come giustamente è stato subito commentato da alcuni, il Sindaco della Città di Teramo è Chiodi e quanto decide nella scelta degli uomini dell’esecutivo è affar suo. Stando alla legge che regola l’elezione dei sindaci sono più in linea le nomine degli assessori Mazzarelli e Tancredi di quelle "dovute" al rispetto degli equilibri tra partiti. Dunque Chiodi bene fa, di tanto in tanto, a ricordare a tutti che il suo dovere non è quello del funambolo tra le varie esigenze di distribuzione di riconoscimenti ai partiti ma quello di garante del funzionamento della Città. Del resto, è una piccola parte di quello che in proposito aveva promesso prima dell’elezione: essere svincolato dai partiti sugli assessori. Fa bene anche a preparare situazioni che si palesano all’improvviso, come l’ultima nomina o prima ancora le dimissioni con relative esternazioni di Cantagalli, per ricordare ai componenti dell’esecutivo che le "voci da solista" le lascia cantare finchè vuole lui. Ma il direttore del coro c’è e a dirigere il canto è solo lui. Diamo anche per scontato che la dietrologia (pur nel massimo rispetto della persona e del professionista Tancredi) vuole l’operazione "Gianni Chiodi e altri" partita nove anni fa con la sua prima candidatura a sindaco. All’epoca, dei Tancredi si parlò molto, nessuno li ha mai dimenticati e oggi diventa impossibile farlo: una banca, un senatore, un assessore comunale e per tutti tanta storia dietro. Le voci sull’acquisto (più o meno diretto) della televisione cittadina non sembrano certo infondate e Manola Di Pasquale (Pd) nei suoi commenti ci ha ricordato tutto ciò che c’è da ricordare. Ora però, una volta che tutto quanto avete appena letto (qualcosa corrisponde a realtà, qualcosa forse, ripetiamo, attiene alla dietrologia) è stato riepilogato, domandiamoci che significa l’ultima nomina dell’ultimo Tancredi ad assessore. Chiodi sapeva esattamente che cosa rischiava. Come quando Cantagalli si è dimesso (il sindaco avrebbe potuto impedirglielo, come avrebbe potuto impedirgli l’esternazione) sono stati evidentemente valutati i pro e i contro. Che vantaggio può esserci nella nomina di Tancredi oggi, se non un messaggio chiaro di potenza? Non siamo noi di www.emmelle.it a sapere valutare se "le mani sulla città" è una condizione che in questo momento caratterizza Teramo. Ma è sicuro che la prova di ciò, eventualmente, non si concretizza con la nomina per un anno ad assessore alla finanze del Comune. Questo è sicuro. Altro è quanto attiene all’opportunità di chiamare accanto a sè il proprio socio, eventualmente. Anche se per Chiodi conta più la vicinanza dell’amico, ovviamente capace professionalmente. Vedi l’assessore Mazzarelli. E vedi anche il suo capo di Gabinetto. Il dottor Massimo Di Alessandro, apprezzato e perfetto nel ruolo, non è stato uno dei primi tasselli che Chiodi ha messo nella costruzione di una parte della sua casa/famiglia all’interno del Comune? Certo, per dare un segnale forte di comando Chiodi poteva davvero lasciare tutti a bocca aperta nominando qualcuno davvero di rottura. Magari una donna, magari davvero fuori dai partiti, magari con un cognome sconosciuto. Oppure un uomo che della visibilità non gli importa, uno di "rottura", un tecnico di esperienza di altra generazione, lontano dai rampanti e dai nomi che attingono dal passato per lanciarsi nel futuro. Insomma uno del tutto diverso da gran parte degli uomini giovani dell’esecutivo. Ma magari Chiodi ha fiducia solo negli amici e pur essendo uomo della modernità dentro di sè porta la certezza di Sant’Anna. Intesa come zona della città. Magari invece il segnale del comando è più evidente se si nomina un amico che è anche un Tancredi. Certo è che di poco chiaro in questa nomina non vi è nulla. Anzi.