TERAMO – «Sarà l’entusiasmo il primo motore della nostra esperienza, in cui avremo un solo obiettivo: portare avanti il nome del Teramo basket, che non è di Capobianco, non è del capitano Lulli ma della città intera, di una comunità». Si è presentato così, a stampa e tifosi, Andrea Capobianco, il nuovo coach della Banca Tercas Teramo basket. Il tecnico napoletano, quest’anno sulla panchina di Jesi (LegaDue), che ha portato alla finale play-off per la A1, è alla prima esperienza in panchina di A1 dalla prima giornata: qualche timore reverenziale nel guidare una squadra al sesto anno di serie A e la cui tifoseria, dopo tante salvezze, forse si aspetta qualcosina in più? «io penso che le persone responsabili devono aver paura – ha risposto Capobianco -. E io sono ben conscio di questo, so che ci sono queste cose. Ma io da quando alleno sono abituato ad affrontare le cose con il massimo della serenità e la giusta paura e soprattutto a sudare tanto e chi mi conosce lo sa». Il presidente Carlo Antonetti si è dichiarato molto soddisfatto della scelta, perchè «Capobianco parla lo stesso linguaggio della nostra realtà, fatta di impegno, partecipazione e passione: con questi ingredienti nessun traguardo è precluso». Al nuovo coach adesso, assieme al direttore sportivo Marruganti, toccherà formare il roster della prossima stagione, partendo dai confermati Brown, Lulli e Poeta: «I primi due sono quelli che rispondono alle caratteristiche di giocatori collaborativi e disposti al sacrificio, di sapienza tattica e in grado di cambiar pelle. Per quanto riguarda Poeta – ha concluso Capobianco – stiamo valutando varie soluzioni. Per adesso è un giocatore nostro».
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