Adesso si aspetta lo sforzo di Malavolta

TERAMO – Se veramente si riuscirà a salvare il Teramo, ora dopo ora questo apparterrà alla storia di una città intera. Una città intera che sta dimostrando, a discapito anche di altre realtà, sportive e non, di voler difendere un tesoro, un patrimonio che ha saputo costruire ben 95 anni fa. C’è però qualcuno che sta dimostrando di giocare con questo patrimonio in spregio del suo valore sociale, affettivo e sportivo. La sottoscrizione pubblica è quasi riuscita, a tempo di record, e potenzialmente la squadra potrebbe iscriversi. Ma adesso è Malavolta che fa le bizze. Lo dichiara l’amministratore della sue aziende, Giuseppe Tedeschi, assurto di fatto al ruolo di portavoce del Teramo calcio: «Lunedì scade la sottoscrizione – ha detto al microfono di Lady Radio – ma anche se ci saranno i 700.000 euro, Malavolta non iscrivereà la squadra«. E perchè? Perchè Malavolta vincola quel versamento per l’iscrizione alla sottoscrizione dell’intero pacchetto azionario del Teramo calcio; che per gli imprenditori eventualmente subentranti può anche andar bene, a patto che il milione e 700mila euro che spetterebbero all’ex presidente vengano garantiti. Come? In qualsiasi modo, purchè Malavolta firmi una garanzia su questa somma. ma non presso Equitalia come è stato ribadito sempre da Tedeschi (come fa lo stato ad essere garante di un accordo tra le parti private). Sta qui, ancora una volta, il punto dolente: è lo scoglio che ha fatto saltare ogni trattativa. Dunque, riepiloghiamo: i debiti sono di 3 milioni e 700 mila euro, 2 milioni e 200mila sono verso l’Erario e i consulenti teramani (l’avvocato Fabrizio Acronzio, il commercialista Filippo Di Polidoro) oltre al sindaco Gianni Chiodi) sono riusciti a ottenere la rateizzazione per 6 anni della somma; il milione e mezzo o milione e 700 spetta a Malavolta che in questo "affare" riceve anche il regalo di 700mila euro necessari per chiudere l’anno corrente e iscrivere la squadra. Quale migliore soluzione a chiusura di un ciclo cominciato maluccio, vissuto decisamente meglio ma costellato di alti e bassi, di esaltazioni e di clamorosi errori, affollato da personaggi più o meno limpidi? Eppure, dopo aver superato la crisi Polverino qualche mese fa, quella legata a Paoloni negli ultimi sei mesi, poi ancora le nuove trattative con Polverino, gli imprenditori romani, le cordate, le polemiche, quando è la città, come si dice a Teramo, a "cappiarsi", ecco un altro colpo di scena. Malavolta fa le bizze. Sentire dire da Tedeschi, sempre nel corso della stessa intervista, che si potrebbero aspettare altri 15 giorni dopo la scadenza dell’iscrizione, tanto ci sarebbero 5 o 6 punti di penalizzazione sul prossimo campionato, è un altro sfregio, si spera adesso l’ultimo, alla città di Teramo. Che sta aspettando, con ansia, angoscia, speranza e trepidazione di sapere che sarà ancora calcio. Abbiamo l’impressione che Malavolta stia decidendo di chiudere senza rendersi conto di quanto questo possa pesare. Quasi quasi rivediamo in ciò un modus operandi in stile familiare. Quello stesso modus che finanche lunedì scorso, dinanzi al sindaco, per interposta persona, è stato riproposto: lamento di indifferenza amministrativa, di scarsa riconoscenza imprenditoriale, senza ricordare che la più grande operazione di investimento pubblico affidato a un privato, della storia di questo territorio comunale, il centrocommercialebarrastadio, vedeva l’ex presidente del Teramo calcio protagonista principale. Se poi sia uscito o abbia ancora una volta litigato beh, questa purtroppo è altra (o solita) storia. Caro Romy, crediamo di essere di fronte a un bivio: i soldi stavolta sono di molti, di quelli che sanno che la squadra di una città, soprattutto se ha 95 anni di storia alle spalle, non può essere scambiata come un’azienda propria e trattata come un sindacalista ribelle, un direttore di televisione ligio ai suoi principi, un giornalista non compiacente, un consulente non asservito. Anche noi aspettiamo con ansia lunedì. (robal)