Trifuoggi: «Prove di una marea di soldi»

PESCARA – "Abbiamo voluto questa conferenza stampa per evitare di mandare in circolo notizia infondate e contraddittorie che provocano più danni di una informazione corretta. E anche per consentire legittime critiche al nostro operato". Così il Procuratore Generale di Pescara Nicola Trifuoggi ha esordito nell’incontro con i giornalisti convocati per illustrare l’operato dell’inchiesta che ha portato in carcere il presidente della Regione Abruzzo Ottaviano Del Turco e vari consiglieri. "Almeno chi ci sta criticando – ha continuato Trifuoggi – saprà di cosa si parla, cosa che finora non mi pare sia accaduto". "Ci siamo accorti che c’erano troppe illegittimità perché si potesse parlare solo di ‘disinvoltura amministrativa’. E quando ci sono le illegittimità che comportano un gran esborso di denaro sorge legittimo il sospetto che vi sia qualcuno che lucra…", ha aggiunto Trifuoggi, che era in compagnia dei pm Di Florio e Bellelli. "Uno dei maggiori percettori di questi benefici era il titolare della case di cura private Vincenzo Angelini, sentito da noi non una ma cinque, sei, sette volte… – ha chiarito Trifuoggi – Alla fine di fronte a contestazioni che non lasciavano spazio a difese si è deciso a collaborare", ha confermato. "Angelini ha detto di aver ricevuto pressioni forti sia da persone della precedente giunta che da quella attuale, sia dal loro entourage", ha insistito il capo della Procura pescarese. "Abbiamo ritenuto, e siamo stati confortati dal Gip, che ci sono prove del pagamento di una barca di soldi, di una marea di soldi, circa 30 miliardi di vecchie lire, 15 milioni di euro che avrebbero potuto far funzionare l’ospedale di Pescara e tutti quelli abruzzesi, invece di arricchire qualcuno…". E’ questo uno dei passaggi ‘forti’ della conferenza stampa della procura di Pescara. Il procuratore capo Nicola Trifuoggi ha così proseguito: "Non sono state messe le manette a nessuno, non c’é stata nessuna spettacolarizzazione: non ne abbiamo bisogno, non abbiamo intenzione di candidarci alle elezioni, non dobbiamo farci clienti. questo personaggi sono schiacciati da una valanga di prove", ha confermato.

Conga sorpreso con 113mila euro in valigetta

Le richieste di custodia cautelare sono state necessarie, ha spiegato il procuratore Trifuoggi, per il "pericolo gravissimo di reiterazione dei reati e inquinamento delle prove". Lo dimostra il fatto, ha aggiunto il magistrato, che questa mattina l’ex manager della Asl di Chieti, Luigi Conga, è stato trovato in possesso di una valigetta contenente 113.000 euro, mentre era a bordo della sua Porsche. Subito dopo l’arresto, avvenuto a Francavilla al Mare, Conga ha avuto un malore.

Del Turco aveva chiesto un colloquio al giudice aquilano
Quanto a Del Turco, ha aggiunto Trifuoggi, tempo fa chiese un incontro al Procuratore generale della Repubblica dell’Aquila il quale chiese allo stesso Trifuoggi se fosse opportuno accettare di andare l’incontro. Il procuratore dell’Aquila riferì tutto a Trifuoggi cinque minuti dopo la fine dell’incontro con Del Turco. L’incontro, avvenuto a casa di un comune amico, è in una dichiarazione poi finita agli atti dell’inchiesta. Un altro degli arrestati, di cui Trifuoggi non ha voluto svelare l’identità, ha cercato di contattare nei giorni scorsi altissimi vertici delle forze dell’ordine.

Una sponsorizzazione in MotoGp da 21 milioni
Spuntano fuori anche soldi finiti nel motociclismo. Uno degli arrestati, Gianluca Zelli secondo quanto riferito dal Procuratore Nicola Trifuoggi, nel suo ruolo di responsabile della Humangest, società facente parte per un certo tempo della Clinica Villa Pini, avrebbe effettuato sponsorizzazioni attraverso soldi, provento di truffe, poi spariti nel nulla. Tra le sponsorizzazioni Trifuoggi ne ha citata una di 21 milioni di euro in due anni a favore del motociclista Andrea Dovizioso, attualmente in Motogp con la Honda. A proposito dell’assessore regionale alle Attività produttive, Antonio Boschetti Trifuoggi ha detto che "era uno a cui ogni tanto bisognava dare qualcosa".

750mila euro per "comprare" otto senatori
Un milione di euro, scontato poi a 750 mila: questa la cifra che Del Turco avrebbe chiesto ad Angelini motivandola come necessaria per portare con sé nel Pd, nel momento della costituzione otto senatori. In cambio la Giunta regionale avrebbe adottato provvedimenti a lui favorevoli. E’ quanto raccontato ai magistrati della Procura di Pescara da Enzo Angelini. "In cambio – ha riferito ancora Trifuoggi in conferenza stampa – all’imprenditore erano state promesse anche protezioni da eventuali ispezioni delle forze dell’ordine nelle sue strutture". Il ruolo di collegamento fra Del Turco ed Angelini lo avrebbe avuto Camillo Cesarone, eletto nelle fila dello Sdi alla Regione mentre lavorava nella clinica Villa Pini. Le richieste di denaro all’imprenditore Angelini sono andate avanti fino allo scorso mese di febbraio.