Teramo 1913, il calcio non c’è più

TERAMO – E’ finita. Il Teramo calcio 1913 non c’è più. Le ultime speranze vanificate, il calcio professionistico è morto, esattamente a 95 anni dalla nascita. Da domani alla Banca di Teramo verranno restituiti i soldi versati sul conto "Amici del Teramo", giunto a quota 180.000 euro. E’ stato lo stesso Giuseppe Tedeschi ad annunciarlo, nel corso di una conferenza stampa organizzata questa mattina. E’ stata anche l’occasione per spiegare quel che si può spiegare di una vicenda inspiegabile e che in questo momento, almeno per quello che ci riguarda, ci sembra impossibile essere vera. Cercare responsabili è inutile, adesso. Bisognava essere più attenti e meno distaccati o sicuri che ciò non accadesse, prima. Lo ha in sostanza detto a chiare lettere Tedeschii, questa mattina: «Malavolta a settembre dello scorso ano lo aveva detto: comunque non avrebbe continuato». Sì, d’accordo, ma quanto questo possa spiegare la sua ritrosia ad accettare o rendersi disponibile per qualsiasi proposta giunta al suo tavolo di trattativa? Da Paolini, allo sceicco, al gruppo Proietti, a Di Francesco e a Polverino, quanto è attribuibile all’altera parte? Malavolta ci ha messo sicuramente del suo, è innegabile così come è innegabile che in questi anni ha tirato fuori soldi e soldi che il padre Aristide Romano senior ha di recente concretizzato sotto forma di numeri: 11 milioni di euro. Buttati al vento diremmo noi, vista la ingloriosa fine di oggi. Ma un passaggio, della chiacchierata di Tedeschi questa mattina, vorremmo sottolineare. L’ex consulente-portavoce di Malavolta nella vicenda Teramo calcio, ha forse indicato, ingenuamente non si sa fino a che punto, la vera motivazione del perchè le varie trattative sono fallite in questi otto mesi di agonia calcistica: «Ogni volta che ci impegnavamo in una trattativa – ha detto – cominciava una processione: dal sindaco, poi dalla Tercas, poi dalla Banca di Teramo e altrove. Secondo me, ogni volta l’affare si è bloccato in uno di questi anelli perchè capite, un imprenditore che viene qui per ‘spendere’ tre milioni di euro, deve avere un ritorno rispetto a quello che impegna sul fronte sportivo». Per chi non avesse capito: ‘do ut des’, io prendo la squadra ma voglio un ritorno… Cioè, costruire, investire, etc. Evidentemente nessuno ha ottenuto garanzie. E ci mancherebbe! Perchè sarebbe troppo facile e soprattutto sarebbe grande alibi anche per chi, come Malavolta, sapeva di poter accumulare debiti tanto ci sarebbe stato qualcuno che poi avrebbe pagato. Detto questo, non c’è dubbio su chi abbia decretato la fine della società: Malavolta. Che fino a lunedì sera ha respinto l’ultimo tentativo, il quarto, di Carlo Polverino, di salvare il salvabile. Ma molti assicurano che sarà lo stesso Romy a spiegare i perchè, appena potrà. Intanto, da domani, tutti stretti attorno al Real Teramo, la nuova realtà che (forse) farà la Promozione del prossimo anno.