Giù le mani dall’ex psichiatrico

L’AQUILA – Un’interrogazione a risposta immediata è stata presentata dal Consigliere regionale Claudio Di Bartolomeo (Italia di Mezzo) al Presidente della Regione per conoscere: "le motivazioni che hanno indotto la Giunta regionale a ricomprendere negli elenchi dei beni immobili alienabili anche l’ex ospedale psichiatrico di Teramo". Di Bartolomeo chiede inoltre: "se la Giunta non ritenga opportuno ed urgente intervenire con apposito atto, col quale si stralcino dagli elenchi" della delibere specifiche i beni mobili ed immobili degli ex ospedali psichiatrici, riconsiderandoli" alla luce di una articolo di una legge del 1994 modificata nel 2000, "onde riportare chiarezza sull’argomento e chiudere così la vicenda in maniera formale e corretta". Secondo il Consigliere Di Bartolomeo quell’articolo di legge stabilisce che i beni mobili ed immobili degli ex ospedali psichiatrici, già assegnati o da assegnare alle Asl, sono da esse a loro volta destinati alla produzione di reddito attraverso la vendita anche parziale degli stessi con diritto di prelazione per gli enti pubblici, o la locazione"; stabilisce altresì che "i redditi prodotti siano utilizzati prioritariamente – prosegue Di Bartolomeo – per la realizzazione di strutture territoriali, in particolare residenziali, nonché di centri diurni con attività riabilitative destinate ai malati mentali". Inoltre il provvedimento specifica che, qualora risultino disponibili ulteriori somme, dopo l’attuazione di quanto detto, le aziende sanitarie potranno utilizzare i fondi per le altre attività di carattere sanitario. Le disposizioni, che sono perfettamente aderenti alla realtà teramana, sono state anche ribadite, sempre secondo Di Bartolomeo,  con una sentenza del Consiglio di Stato per un caso analogo tra una Asl di Napoli e l’Università. (da Regflash)

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