Sanità: Paolini rifà i conti

TERAMO – Entità del deficit sanitario abruzzese: il vice presidente vicario della Giunta regionale, Enrico Paolini, ha convocato per domani un vertice in proposito. "Da domani si comincia a lavorare", ha spiegato Paolini, "per realizzare un pacchetto di misure che saranno sottoposte all’esame del governo in occasione del tavolo tecnico che è stato fissato per il 2 settembre". "A fronte di un debito quantificato dal governo in 294 milioni, noi contiamo di dimostrare che quello reale sia inferiore di almeno un terzo attraverso il lavoro di ricalcolo di debiti e di crediti”. L’incontro a Palazzo Chigi, secondo Paolini, servirà ad impostare il commissariamento "morbido" della sanità abruzzese che, secondo gli accordi con il governo, dovrebbe avvenire senza ricorso ad ulteriore tassazione "che sarebbe insostenibile per le famiglie abruzzesi e per l’intero sistema produttivo regionale". Dopo il tavolo tecnico del 2 settembre, Paolini dovrà essere ascoltato dal governo – in una seduta del Consiglio dei ministri che si terrà, presumibilmente, il 5 o il 6 settembre – al quale il vice presidente ripeterà la sua proposta di rinunciare ad essere nominato commissario della sanità, purché si evitino nuove tasse. Intanto a proposito di Sanità e del relativo piano di rientro il consigliere dei liberaldemocratici Antonio Verini scrive al Procuratore della Corte dei Conti e chiede di valutare "il danno erariale provocato dalla decisione della giunta regionale di realizzare le cosiddette "Tre torri" a Pescara. "Ho segnalato piu’ volte l’inutilita’ di tale progetto – scrive Verini – che rappresenta una duplicazione dei centri direzionali della Regione Abruzzo e delle sedi del Consiglio. Si tratta in tutta evidenza di un’opera esagerata per dimensione, sproporzionata per l’investimento da sostenere e tale da configurare una palese violazione del principio generale di efficienza ed efficacia che deve necessariamente guidare l’indirizzo politico e l’azione amministrativa". "Non appare comprensibile la dimensione faraonica dell’opera, in una Regione che dispone già di molti immobili a L’Aquila e di ben tre sedi del Consiglio regionale: due a L’Aquila, dove la nuova sala inaugurata oltre un anno fa non e’ stata mai utilizzata, ed una a Pescara laddove la Regione ha acquistato e ristrutturato a carissimo prezzo l’ex sede della Camera di Commercio in Piazza Unione. Occorre quindi valutare – continua Verini – il danno erariale e le correlate responsabilita’ insite nella prosecuzione di questo progetto assurdo e spropositato. Per le Tre torri si prevede, secondo gli esperti, un investimento minimo di circa 60milioni di euro, dei quali una quota ancora da determinare a carico delle casse regionali, citandosi genericamente negli atti un non meglio specificato ricorso alla finanza di progetto. Si tratta di un investimento del tutto incompatibile con lo stato pietoso delle casse regionali e con il Piano di Rientro Sanitario che vieta l’assunzione di nuove spese avente carattere inderogabile come quelle connesse all’intervento in questione". (da Regflash e Acra)