TERAMO – Lunedì riapre il centro dell’Anffas, a Sant’Atto, dopo una forzata chiusura dovuta ai tagli finanziari operati proprio sulla struttura per disabili. Nelle tante promesse e polemiche e scandali dell’estate abruzzese sarebbe stato doveroso trovare spazi per riflettere su questi tagli e soprattutto porvi rimedio. Pubblichiamo, di seguito, il comunicato stampa dell’Anffas Teramo.
"Dopo la chiusura di tre settimane per ferie “forzate”, lunedì prossimo riprendono le attività del Centro di riabilitazione “Sant’Atto”, gestito dalla Fondazione Anffas di Teramo. Una ripresa delle attività riabilitative, ambulatoriali, domiciliari e semiresidenziali, attesa dalle centinaia di famiglie che fruiscono della struttura. La riapertura del Centro avviene con l’incertezza e l’instabilità dovuta dai tagli del 23,44% attuati dalla Regione Abruzzo che hanno costretto a un ridimensionamento delle attività. Il primo segnale negativo è stato la necessità, per la prima volta, di sospendere la terapia nella giornata di sabato durante l’anno, e per ben tre settimane nel mese di agosto. Nonostante l’assenza di interlocutori in Regione le esigenze delle famiglie ci impongono la necessità di continuare le attività anche in assenza di certezze sul futuro, infatti fino ad oggi si lavora senza il dovuto contratto. Il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Anffas è riuscito comunque a garantire il puntuale pagamento degli stipendi ai dipendenti. In aiuto, in questi giorni, c’è da registrare l’impegno della Asl di Teramo ad anticipare una tranche della somma che la Fondazione Anffas deve ancora recuperare. Si guarda però al futuro con la certezza di voler continuare ad offrire al territorio un ventaglio di servizi alla persona, nell’ambito della terapia riabilitativa, cercando di garantire il massimo delle prestazioni possibili. E proprio riguardo ai rapporti con la Regione la Fondazione Anffas auspica che il prossimo Governo attui concretamente una sana politica di sussidiarietà, valorizzando quelle esperienze private (profit e non profit) per poter rispondere alle esigenze di cura dei cittadini riconosciute dallo Stato come “Livelli Essenziali di Assistenza”. Sarebbe un passo dovuto ed inderogabile che eviterebbe lo scandaloso “numero chiuso” per gli handicappati, di fatto oggi aggravato dai tagli della giunta Del Turco. Queste attività, nonostante la miopia del nuovo Piano sanitario regionale, sono state affrontate dalla nostra Fondazione con coraggio e con il necessario rispetto degli interessi degli utenti e dei collaboratori cercando di attutire al massimo le ripercussioni sul bisogno di salute. Tentativo che non ha impedito, comunque, che circa novanta utenti della nostra ASL rimanessero senza riabilitazione con le immaginabili conseguenze. Ci auguriamo che la futura politica regionale riesca a rispondere alle persone, sapendo interpretare le esigenze della gente piuttosto che interessi privati. Chi farà questo avrà il nostro rispetto e quello dei nostri utenti.
Riapriamo le piscine e le palestre con l’incertezza sul futuro ma con la fiducia nel nostro personale, responsabile e competente, a cui va il nostro semplice “grazie”, che certamente dimostrerà, come ha già fatto vedere, di saper affrontare questi tristi tempi, in un confronto con la vita e la storia di noi famiglie".
Riapriamo le piscine e le palestre con l’incertezza sul futuro ma con la fiducia nel nostro personale, responsabile e competente, a cui va il nostro semplice “grazie”, che certamente dimostrerà, come ha già fatto vedere, di saper affrontare questi tristi tempi, in un confronto con la vita e la storia di noi famiglie".