Cinque ore e mezza di accuse, a tutti

PESCARA – Chi si aspettava che Angelini cambiasse atteggiamento dinanzi a chi accusa e al giudice, è rimasto deluso. Nel secondo giorno dell’incidente probatorio chiesto dalla procura per trasformare in prova le decine di indizi a carico degli indagati, il re delle cliniche ha parlato per 5 ore e mezza: un fiume in piena, il patron di Villa Pini ha tenuto la scena, facendo spesso ricorso agli appunti presi su un foglietto. Come a voler evitare di scordarsi qualcosa. E ha confermato tutto, senza tentennamenti. Dando alla procura il successo sotto il profilo della strategia accusatoria. "Quando portavo i soldi a Del Turco lui non li guardava nemmeno e parlava d’arte…", ha riconfermato in aula. Ha raccontato ancora il particolare della busta che conteneva le tangenti consegnata a Del Turco nella sua casa di Collelongo, busta che l’ex Governatore mise in libreria e che cambio con un’altra contenente alcune mele. La pubblica accusa parla di "giornata positiva per la giustizia": il procuratore capo Nicola Trifuoggi parla di "ottimo voto in condotta ad Angelini", dopo severamente rimproverato Del Turco per le inopportune interviste del giorno prima, minacciandolo di rispedirlo in carcere per aver violato le disposizioni degli arresti domiciliari. Alla fine Angelini è crollato, esausto e l’udienza è stata aggiornata a domattina. Incredulità e nervosismo tra gli indagati, tutti presenti, rispetto alle prime dichiarazioni apparentemente disinvolte e distaccate. "C’ha rovinati solo sulle sue parole, è uno schifo – ha detto livido Luigi Conga, l’ex manager della Asl di Chieti – Angelini
continua a dire che tutti gli dicevano ‘o mi dai i soldi o ti ammazzo’. Ma è possibile? Faccia i nomi. E’ uno schifo, questo non è un processo, non ci sono prove, non ci sono testimoni". Ma di Conga Angelini riferirà una richiesta: "Mi devi dare 100 mila euro al mese, così ti posso pagare". "Angelini dica la verità su di me – ha tuonato Antonio Boschetti, ex assessore regionale alle attività produttive – spero che abbia un minimo di buon senso". "Angelini era convinto che fossi Dio Onnipotente, ma non era così", aveva detto Del Turco prima di entrare in aula. Di fatto la lunga cristallizzazione delle dichiarazioni di Angelini non ha portato a elementi nuovi: le domande dei pm proseguiranno domani poi gli avvocati difensori potranno a loro volta fare le loro osservazioni ad Angelini. Secondo la procura il tutto potrebbe concludersi entro giovedì, al massimo venerdì mattina. Il gip aveva respinto tutte le eccezioni, comportandosi, a detta di uno degli avvocati della difesa, il teramano Gennaro Lettieri, "in maniera rigorosa: ha respinto parecchie domande dei pm, è intervenuta il meno possibile e non ha dato quasi mai la parola all’avvocato di Angelini". Il quale Angelini agli avvocati di Del Turco e degli altri indagati ha con enfasi detto che "la mia è la morte del cigno, voi difendete un sistema che è trasversale. Io ormai sono un ex, sono qui per i miei figli, vengo in tribunale per sradicare e mettere in luce un sistema che mi ha schiacciato". La procura, infine, ha confermato che c’é la forte probabilità che al termine dell’incidente probatorio gli indagati possano riacquistare la libertà fisica e di parola, perché come ha confermato Boschetti: "A mezza bocca Del Turco ci ha fatto capire di avere una gran voglia di dire la sua…".