Nata la Carta del Cerrano

PINETO – Prima ancora che l’Area Marina Protetta del Cerrano venga istituita ufficialmente con il decreto a firma del Ministro Prestigiacomo, esiste già la “Carta del Cerrano”. E’ stata sottoscritta venerdì pomeriggio, informa l’ufficio stampa del Comune di Pineto, in occasione di un vertice che si è tenuto sulla sponda veneta del Delta del Po, alla presenza dei direttori di otto delle principali aree e parchi marini protetti italiani, trai quali Miramare di Trieste e Torre Guaceto. A rappresentare il consorzio dell’Area Marina Protetta del Cerrano c’era l’assessore Nerina Alonzo, delegata dal sindaco Luciano Monticelli, che ha sottoscritto la carta. “La cosa importante è che la struttura organizzativa della nostra area”, ha spiegato l’assessore Alonzo, “è stata presa ad esempio anche dagli altri principali parchi italiani. Da qui, pertanto, il nome dato all’importante atto sottoscritto l’altro giorno, ovvero “Carta del Cerrano”. Gli obiettivi da raggiungere attraverso questo documento, che verrà presentato il prossimo 6 ottobre a Barcellona in occasione della Convention Internazionale delle Aree Marine Protette del Mediterraneo, sono quelli di elaborare piani per uno sviluppo del turismo eco-sostenibile, garantire altresì una pesca sostenibile. Se n’è parlato molto a giugno quando a Villa Filiani abbiamo avuto i seminari sulle aree marine protette alla presenza dei direttori delle aree stesse e dei soggetti ambientalisti. Oggi si iniziano a raccogliere i primi frutti”.
Tra i direttori delle aree marine protette italiane verrà creato un vero e proprio gruppo di lavoro, di confronto per sviluppare anche nuove idee. “Il nostro programma”, ha aggiunto l’assessore Alonzo, “è stato apprezzato e condiviso da tutti. Ci inorgoglisce il fatto che alla fine sia stato dato al documento proprio il nome di “Carta del Cerrano”. Nel contesto internazione rappresentato uno strumento fondamentale, quindi da prendere ad esempio. La nostra area è baricentrica rispetto a tutte le altre, è perfetta per allacciare rapporti transfrontalieri, ovvero con le realtà greche, croate e non solo. A questo punto bisogna lavorare per trovare i canali di finanziamento per portare avanti il progetto”.
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