"Il comparto edile è in ginocchio"

TERAMO – Maggior ricorso alla cassa integrazione, crescita del lavoro nero con aumento degli infortuni sul lavoro e crisi del sistema produttivo sono i termini del grido d’allarme lanciato dall’Associazione Nazionale Costruttori Edili. Nel corso di una conferenza stampa convocata dagli esponenti dell’ANCE è stata infatti illustrato lo scenario economico del comparto reso fragile dalla mancata riscossione dei crediti vantati nei confronti della pubblica amministrazione che dietro il vincolo del patto di stabilità (che impone limiti all’indebitamento) continuerebbe a negare i compensi alle imprese a fronte di lavori pubblici già realizzati o in corso. “La situazione non è più sostenibile – ha dichiarato il vicepresidente dell’Ance, Valentino Piergallini – quella edile è diventata una filiera in negativo che porta al collasso imprenditoriale, poiché la pubblica amministrazione continuando a far slittare i pagamenti continua a indebitarsi, le imprese edili sono costrette a licenziare il personale o adottare la cassa integrazione che va ad aggravare la spesa sociale dello stato. Un circolo vizioso che va contrastato con un cambio di mentalità politica”.Sulla crisi economica del settore edile gravano inoltre i problemi finanziari delle banche, sempre meno disposte ad anticipare gli importi dei crediti vantati dalla pubblica amministrazione. Questa congiuntura, costringerebbe le aziende ad un maggior ricorso al lavoro nero aumentando così l’incidenza degli infortuni sul lavoro. Per il prossimo anno è stato stimata una perdita che ammonta a 1000 operai in meno nella manodopera da impiegare, oltre la mortalità di numerose aziende costrette alla chiusura. Nel biennio 2007-2008 rispetto al biennio precedente è stata stimata una perdita di manodopera di 309 unità in meno. “Dall’indebolimento economica del comparto edile nasce la richiesta ai dirigenti della pubblica amministrazione di assumere una condotta maggiormente improntata alla correttezza e alla trasparenza – ha dichiarato il presidente dell’ANCE, Serafino Pulcini – questa tornata elettorale deve essere colta come un’occasione per riequilibrare i rapporti tra politica ed economia, poiché il Patto di stabilità è un vincolo della pubblica amministrazione, il cui prezzo non può essere pagato dalle imprese edili”.