Case popolari Abruzzo: in 21 anni pagati più di 200 miliardi di lire

TERAMO – Ci si aspetta che, in occasione delle apposite Conferenze Stato-Regioni che verranno convocate nei prossimi giorni, la Regione Abruzzo faccia il proprio dovere istituzionale e mantenga fede alla propria "Legge sul riscatto degli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica", trasformando la “vendita-alienazione” in possibilità di accesso alla proprietà attraverso il “riscatto graduale e sociale”, attesa da tantissimi anni dalla maggioranza degli assegnatari abruzzesi e dalle famiglie non ancora proprietarie della propria attuale abitazione. Lo sostiene in una nota il coordinamento regionale “Mia Casa d’Abruzzo” che ricorda che la "Proposta di Legge per il riscatto degli alloggi ex-GESCAL” fu elaborata dagli Inquilini abruzzesi e approvata nel 1998 dall’allora Consiglio Regionale ed inviata al Parlamento. Il coordinamento ripropone poi un riepilogo della situazione relativa ai canoni, in cui specifica che  in Abruzzo con l’entrata in vigore della Legge Regionale n. 55 del 1986 i 5 IACP hanno “incassato” dalle  famiglie, per “canoni gonfiati e non dovuti”, dice Mia Casa facendo riferimento alla copertura delle “spese inutili, gli sprechi, i compensi e le indennità di funzionari e politici sistemati negli ex-IACP” grandi somme. Ecco il dettaglio. IACP Pescara: 46.324.000.000 miliardi di lire; IACP L’Aquila: 30.236.000.000 di lire; IACP Chieti: 27.372.000.000 di lire; IACP Lanciano: 3.756.000.000 di lire; IACP Teramo: 29.500.000.000 di lire, per un totale di 137.188.000.000 di lire. E dall’entrata in vigore della Legge Regionale n. 96 del 1996 al 31.12.2008 le 5 nuove ATER- ex IACP hanno “incassato” dagli stessi assegnatari GESCAL altre somme. Eccole. Ater Pescara: 20.494.000.000 di lire; Ater L’Aquila: 17.415.000.000 di lire; Ater Chieti: 15.120.000.000 di lire; Ater Lanciano – Vasto: 5.400.000.000 di lire; Ater Teramo: 10.480.000.000 di lire; per un totale delle 5 Ater pari a 66.909.000.000 di lire, con un totale generale dal 1987 AL 2008 di 205 miliardi di vecchie lire.