Una settimana fa il dramma

L’AQUILA – Il Lunedì dell’Angelo coincide con il compimento della prima settimana dal terremoto dell’Aquila. Stamani piove, all’Aquila come a Teramo, dove le scosse della notte e quelle di stamani dalle 5 alle 8 non sono state avverite da tutti. All’Aquila invece, anche se non hanno mai superato il 3.2, le scosse di terremoto sono costantemente sentite da tutti, chi lavora e chi aspetta. E tutto è reso più difficile dalla pioggia e dal freddo, anche se, come è noto, non si scava più. Una settimana fa L’Aquila ha cambiato volto per sempre e 294 tra uomini donne e bambini hanno smesso di vivere in 20 secondi. La scossa di terremoto ha colpito alle 3.32 in punto: un boato violentissimo che ha sbriciolato decine di edifici all’Aquila ma anche in provincia. Onna e’ stata completamente distrutta, decine di case sono crollate a Paganica, San Demetrio, Fossa. In briciole anche gli edifici pubblici: la Prefettura, la chiesa delle Anime Sante, mentre l’ospedale Civile ha riportato solo lesioni ma sara’ evacuato. Viene giu’ anche la Casa dello Studente cosi’ come anche altre abitazioni del centro storico dell’Aquila dove vivevano decine di ragazzi. I sismografi registrano un sisma di magnitudo 5.8 seguito da un’infinita’ di repliche e una settimana dopo avranno superato le 900. All’alba il disastro e’ sotto gli occhi di tutti e si scava a mani nude per estrarre morti e feriti dalle macerie. La macchina dei soccorsi si mette in moto subito e gia’ alle 10 del mattino migliaia di uomini e donne provenienti da tutta Italia sono al lavoro. Ma i numeri di questa tragedia restano comunque impressionanti: 294 morti, 1.500 feriti, 55 mila sfollati. In tutt’Abruzzo ci sono centinaia di case sgomberate, edifici pubblici chiusi, chiese e campanili a rischio, palazzi transennati. Nella regione le scuole, chiuse da lunedì scorso, verranno riaperte man mano che le verifiche effettuate avranno dato risultati di perfetta sicurezza.