Il Papa: «Ammiro il vostro coraggio»

L’AQUILA – Sotto l’acqua e con le temperature rigide, il Pontefice è all’Aquila per essere vicino con la sua visita privat, alle popolazioni terremotate. Toccante il suo incontro con la gente, a Onna, paese-simbolo di questa area martoriata. Papa Ratzinger si è fermato con il collega della redazione dell’Aquila del quotidiano il Centro, che gli ha baciato la mano, nel ricordo della tragedia che lo ha colpito strappandogli agli affetti il padre e i due figlioli.
«Ammiro il vostro coraggio». Il Papa è sembrato toccato da quanto visto qui a Onna: "Ho ammirato il coraggio, la dignità e la fede con cui avete affrontato anche questa dura prova, manifestando grande volontà di non cedere alle avverisità". Sono le parole che ha rivolto agli ospiti della tendopoli di Onna, dove è iniziato il suo pellegrinaggio in Abruzzo. "Non é infatti il primo terremoto che la vostra regione conosce – ha ricordato il pontefice – ed ora, come in passato, non vi siete arresi; non vi siete persi d’animo. C’é in voi una forza d’animo che suscita speranza. Molto significativo, al riguardo, è un detto caro ai vostri anziani: ci sono ancora tanti giorni dietro il Gran Sasso". "Vorrei abbracciarvi con affetto ad uno ad uno", parole non convenzionali quelle del papa, nel suo primo incontro con i terremotati sotto una pioggia battente e ancora "Gli abruzzesi, anche in nome delle persone morte sotto le macerie, attendono di veder rinascere questa loro terra – ha dichiarato il Papa – che deve tornare ad ornarsi di case e di chiese, belle e solide". Più di quattrocento i giornalisti di tutto il mondo accreditati per seguire un viaggio che il Vaticano ha cercato di organizzare in punta di piedi, nel rispetto della popolazione e delle esigenze della Protezione civile. Tanto che, per non togliere i pulmini ai terremotati, la Santa Sede ha rinunciato ai tradizionali pool di giornalisti, i gruppi ristretti di vaticanisti che seguono da vicino il papa in tutte le sue tappe.
Commozione davanti a Celestino V e alla Casa dello studente. Il Pontefice si è poi recato alla Basilica di Collemacchio per una breve preghiera e per lasciare il pallio sulla teca che conserva le spoglie di Celestino V, all’interno dell’abside pesantemente devastata dal sisma. Alla Casa dello studente, ha incontrato una delegazione di universitari scampati alla tragedia, ricordando con loro le 8 vittime del terremoto sotto il palazzo crollato e poi ha voluto ringraziare i Vigili del fuoco per il loro impegno e la abnegazione profusi nelle operazioni di soccorso. Adesso si è trasferito alla scuola ispettori della Guardia di Finanza a Coppito, dove terrà la messa alla presenza di oltre 2.000 persone, provenienti dalle tendopoli allestite nel capoluogo abruzzese.
Chiodi: «Risorgeremo come popolo e come città». Gianni Chiodi ha salutato il pontefice, facendo gli onori di casa dopo la lettura dell’arcivescovo dell’Aquila, Molinari. «Come classe politica – ha detto il Governatore – ci impegneremo per il bene comune, come già stiamo facendo. Santp Padre, ricostruiremo L’Aquila con le sue case, i suoi negozi e le sue chiese, Lei ci aiuti a ricostruire i nostri valori e nostri principi. L’Abruzzo, terra di Celstino, di santi ed onesti lavorator, saprà reagire: risorgeremo come popolo e come città».
Cialente, «fiero di guidare questa città», abbraccia a bacia Ratzinger.E’ commosso il sindaco dell’Aquila, Cialente, nel rivolgersi al Papa. «La popolazione aquilana, di cui oggi sono ancora più fiero ed orgoglioso di guidare, ha bisogno di conforto spirituale. Oggi Lei è qui non solo come capo della chiesa apostolica di Roma ma soprattutto come padre, come padre di tutti noi che dà coraggio ai suoi figli: oggi, più di ieri, la accogliamo con la voglia di reagire». Al termine del discorso, come anche ha fatto Chiodi, Cialente si è avvicinato al Pontefice e i due si sono baciati e abbracciati, fuori dalle formalità e dai riti del bacio all’anello riservato al Sommo Padre.