Arrestato funzionario della Regione

PESCARA – Gli agenti della Digos di Pescara hanno arrestato, mettendolo ai domiciliari, Antonio Iovino, dirigente del servizio organizzazione ed ex direttore del personale (non essendo stato confermato in tale funzione dall’attuale Giunta di centrodestra) della Regione Abruzzo: su di lui l’accusa di falsità ideologica, abuso d’ufficio, truffa ai danni di ente pubblico, falsità materiale, soppressione di atti veri e rivelazione di segreti d’ufficio, nell’ambito dell’inchiesta del sostituto procuratore Gennaro Varone. L’inchiesta riguarda almeno seiconcorsi della Regione del 2008, il cui esito sarebbe stato determinato e deciso da alcuni dirigenti dell’ente per favorire famigliari, colleghi e amici. Il responsabile arrestato, avrebbe pilotato l’esito di alcune procedure concorsuali. Secondo l’accusa, sarebbe riuscito a far ammettere ad alcuni concorsi persone inizialmente escluse per carenze di requisiti: in un caso, due riammesi hanno concluso il concorso al primo e al terzo posto; in altri casi, Iovino avrebbe consegnato in anticipo le domande ai concorrenti.  Dal 2006 Iovino aveva anche l’incarico ad interim di dirigente responsabile della Struttura Speciale di Supporto "Controllo di Gestione", con sede all’Aquila. Nell’inchiesta figurano altri dieci indagati.
Sono state soprattutto le intercettazioni, ambientali e telefoniche, avviate a seguito di un esposto, a portare alla luce le iniziative prese da Antonio Iovino approfittando del suo ruolo in Regione. Gli episodi che hanno condotto all’arresto di Iovino risalgono a un periodo tra fine 2008 e inizio 2009. Tra l’altro, il funzionario avrebbe chiesto al presidente di una commissione
di concorso – uno dei dieci indagati, tra i quali anche un politico – di aiutare un candidato che non aveva prodotto documenti sufficienti. Quattro sarebbero in tutto le persone favorite. Alcuni episodi non sono oggetto di imputazione, in quanto legati a promesse non concretizzatesi. Iovino era appena giunto negli uffici della Regione all’Aquila quando è stato raggiunto dagli agenti della Digos, che gli hanno notificato il provvedimento di custodia ai domiciliari. Nei prossimi giorni sarà interrogato dal gip Guido Campli, poi il Pm Gennaro Varone invierà gli atti alla Procura dell’Aquila. Le indagini hanno preso il via da Pescara in quanto si riteneva che alcuni episodi fossero avvenuti nel capoluogo adriatico.