Roseto: alla ex Teleco si torna al lavoro

ROSETO – A metà luglio negli stabilimenti della Ex Teleco di Roseto ripartirà la produzione di cavi. Ne informa l’ufficio stampa del Comune di Roseto che specifica che la notizia è stata ufficializzata questa mattina dal Sindaco Franco Di Bonaventura, dal deputato Tommaso Ginoble e dal  rappresentante della Ecotech e della Ecotel Marco Fraticelli con una delegazione delle maestranze. Giovedì l’azienda di Cesena ha firmato l’accordo con il Tribunale per il comodato gratuito dei capannoni per la durata di sei mesi rinnovabili. Nelle giornata di venerdì sono state consegnate le chiavi dello stabilimento e già da lunedì si comincerà la ricognizione dei lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria da fare su macchine e strutture. Il piano di intervento sarà consegnato al Tribunale e poi si darà il via ai lavori. “Il piano industriale sarà pronto tra 20 giorni – ha spiegato Marco Fraticelli della Ecotech – la rioccupazione delle maestranze sarà graduale e si comincerà con un primo nucleo di circa 30 persone. Ma la riapertura degli stabilimenti di Roseto è strategica e rappresenta un punto di svolta per l’espansione della produzione e di conseguenza per l’ampliamento della base occupazionale”. E mentre si lavora per la riapertura dei vecchi stabilimenti l’Amministrazione comunale procede spedita per assicurare all’impresa un futuro più stabile. I nuovi capannoni accoglieranno sia la produzione degli impianti di Voltarrosto e Notaresco che quella di Roseto. Si prevede un’area coperta di 50mila m2 e la Ecotel si è impegnata a commercializzare il prodotto di questi impianti con la dicitura “Cavi realizzati nello stabilimento Teleco”. Un nome che evidentemente continua ad essere sinonimo di qualità e garanzia per il mercato del settore. “Attraverso una intelligente sinergia siamo riusciti a raggiungere tre obiettivi su cui l’Amministrazione comunale aveva preso precisi impegni – ha detto il Sindaco Franco Di Bonaventura – rimettere in produzione lo stabilimento di Roseto, ridare occupazione alle maestranze ed evitare una speculazione edilizia su un sito industriale che ha grandi potenzialità produttive”.