Goodbye Obama, ci hai stregato

L’AQUILA – Goodbye, mister Obama. Speriamo di rivederla, ancora e sempre, con quel sorriso affabile e i gesti naturali di chi la classe ce l’ha nel sangue. Il presidente Usa ha lasciato Coppito poco doo le 15, nel delirio generale, a poca distanza da una ressa di fan e soprattutto giornalisti che, macchinette fotografiche e cellulari alla mano, andavano a caccia della foto ricordo di una ‘tre giorni’ indimenticabile. Quel suo sorriso ha accompagnato e gratificato tutti anche quando è salito sulla limousine nera con le bandierine a stelle e strisce e targa americana. Una star. Anzi: La star di questo G8. Che in fondo un altro dei meriti lo ha avuto: di avvicinare, tantissimo e mai così prima, i Grandi e il più Grande in assoluto, a noi che siamo stati abituati a vederli solo in televisione. E stato, ad esempio, come se la mano di Obama che stringeva quella di Gianni Chiodi toccasse nello stesso le nostre decine di migliaia. Che dire? Ci ha stregato, con il suo muoversi disinvolto negli ingranaggi del protocollo e della diplomazia, con la naturalezza di uno qualsiasi, con l’incarnare il clichè dell’americano dei film, vestito come a noi piace, in maniche di camicia e cravatta, con le sue tante cose… Grazie Obama, di aver attirato l’attenzione su di noi, calamita di simpatia e apprezzamento, e anche per aver (forse) fatto cambiare idea a tanti anti-americani. Grazie per le parole a Chiodi, per lo sketch con la presidente Pezzopane, per il sorriso fraterno ai nostri vigili del fuoco, per averci assicurato che l’America è ancora vicino a noi.