Liberata dopo 4 mesi la Buccaneer, nave italiana catturata dai pirati somali

TERAMO – Dopo 4 mesi di prigionia, sono finalmente liberi i marinai della Buccaneer. I dieci membri italiani del rimorchiatore, sequestrato dai pirati somli lo scorso 11 aprile nel Golfo di Aden, sono stati rilasciati in nottata. Si tratta di 10 marittimi italiani, tra i quali due abruzzesi, (uno di Ortona e un teramano) che sono stati in mano ai pirati sin dal rapimento, ad aprile, nel Golfo di Aden. Il comandante della nave battente bandiera italiana é abruzzese. Mario Iarlori, di 51 anni, è originario di Ortona, e a bordo ci sono altri due abruzzesi: l’ufficiale Tommaso Cavuto e il marinaio 50enne teramano (di Martinsicuro), Filippo Speziali. Il rimorchiatore (Buccaneer) battente bandiera italiana a bordo del quale sono imbarcati 10 italiani insieme con 6 stranieri, è di proprietà della Micoperi Marine Constructors di Ravenna, nave di 75 metri, stava portando due bettoline da Singapore verso Suez quando fu bloccata.
La liberazione, ieri sera tardi, è stata annunciata dal ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, in una nota della Farnesina. Frattini ha espresso "il suo più vivo compiacimento" per la positiva soluzione della vicenda relativa al sequestro del mercantile Buccaneer e la liberazione dei marinai italiani a bordo. Alle loro famiglie ha invece rivolto, si legge nella nota, "una partecipe vicinanza" in questo momento di gioia, dopo mesi di comune attesa e preoccupazione. Il titolare della Farnesina ha inoltre ringraziato le autorità del governo di transizione somalo e in particolare il "Primo Ministro della Somalia, le autorità del Puntland, il Dispositivo interforze di Forze Speciali imbarcato sulla Nave San Giorgio e coordinato in area di operazioni dal Cofs (Comando interforze per le Operazioni delle Forze Speciali) e le diverse articolazioni istituzionali e di intelligence italiane che hanno aiutato lo sviluppo positivo del caso". In questa vicenda il governo italiano ha sempre escluso il blitz e preferito la linea della trattativa. Ufficialmente si nega che sia stato versato un riscatto. Frattini ha espresso anche un "sentito ringraziamento" ai mezzi di informazione italiani per aver rispettato la linea di riserbo richiesta dalla Farnesina, che "si è ancora una volta rivelata giusta". Il ministro ha spiegato di aver ricevuto la comunicazione che i marinai italiani erano stati rilasciati "direttamente da una telefonata del primo ministro" somalo, che come ha ricordato "si è impegnato personalmente". Il titolare della Farnesina ha sottolineato il "lavoro eccezionale svolto negli ultimi mesi dalle nostre strutture internazionali e dalla nostra intelligence". E ha ricordato come "la nave San Giorgio, le forze speciali italiane erano" nei pressi della zona del sequestro "a evitare qualunque pericolo". Frattini ha aggiunto che "la liberazione è avvenuta nel modo più semplice possibile", ossia i pirati "si sono ritirati".