Strade provinciali dissestate: ad Atri la Destra denuncia lo sperpero di denaro pubblico

TERAMO – Sperpero di denaro nelle opere pubbliche. La polemica è sollevata da un esponente del partito la Destra di Atri, Roberto Marchione, in una nota nella quale viene denunciato lo stato di alcune strade provinciali che di recente avrebbero subito interventi di manutenzione rivelatisi, secondo quanto si apprende dal comunicato, fallimentari o comunque non eseguiti alla perfezione in virtù del verificarsi di nuovi problemi e nuovi lavori. La perplessità è affidata alle righe che di seguito proponiamo:

"Sono di solo circa due mesi fa i lavori di riasfaltatura delle strade provinciali, e di circa un mese e mezzo fa la polemica tra la nuova e vecchia amministrazione provinciale su chi dovesse prendersi i meriti di alcuni lavori e adesso chi si prende i meriti o i demeriti di ciò che è avvenuto sulla S.P. 28 Atri-Pineto? La vecchia amministrazione, la nuova o chi ha svolto i lavori?  I fatti dicono che quella strada era disastrata da anni e finalmente, circa due mesi fa, come altre strade provinciali era stata riasfaltata, però solo a macchia di leopardo per penuria di fondi, nonostante avesse bisogno di un restyling totale. Ebbene, c’è un tratto di questa arteria stradale, nei pressi dello svincolo autostradale a cui serviva qualcosa di più visto che sulla sua sede si è creato un dosso artificiale per problemi strutturali e non semplicemente di usura dell’asfalto. Invece, al momento dei lavori, si è steso solo asfalto in modo da livellare la sede stradale. Quel tratto di strada  – prosegue la nota – è in condizioni peggiori di prima tanto che invece di un dosso c’è proprio un dislivello, l’asfalto si è spaccato in più punti e si sta lavorando nuovamente, questa volta forse seguendo i criteri giusti".

Un  doppio lavoro che per l’esponente de la Destra poteva essere evitato se i lavori fossero stati eseguti correttamente. Una superficialità inaccettabile per Marchione per via dei costi che gravano sia sulle casse dell’ente ma soprattutto sui cittadini che vengono sottoposti anche al pericolo di percorrimento di una strada a rischio.  “Chi sbaglia  – prosegue la nota – deve, come eticamente giusto, prendersi le proprie responsabilità e pagare, non ci può rimettere sempre il cittadino. Per questo chiediamo che chi ha sbagliato paghi, se non economicamente, almeno politicamente”.