Atr, il ministero dello Sviluppo Economico approva il piano di salvataggio

TERAMO – E’ stato approvato dal ministero dello Sviluppo Economico il Piano di salvataggio del gruppo Atr di Colonnella. Ad annunciarlo, informa una nota, è stato il commissario straordinario nominato dal Ministero, Gennaro Terracciano che in un incontro con l’assessore al Lavoro, Eva Guardiani, e con i sindacati ha fornito le indicazioni circa i tempi e le modalità di attuazione del Piano stesso. “Contiamo di definire entro la fine di gennaio le procedure per le gare ad evidenza pubblica – ha dichiarato Terracciano – nel frattempo metteremo a posto i bilanci, procederemo al recupero dei crediti laddove ve ne fossero e avvieremo le azioni revocatorie fallimentari”.I tecnici stanno valutando la tipologia di gara: se mettere all’asta l’intero gruppo o singoli parti, più appettibili per il mercato, ma sicuramente più rischiosi sul piano del mantenimento dei livelli occupazionali. Per evitare il rischio del cosiddetto “spezzatino aziendale” e per formulare, al contempo, offerte che risultino vantaggiose sul piano imprenditoriale, ci si potrebbe orientare per una gara a “doppio ciclo”. In sostanza, si mandano all’asta, contemporaneamente, sia il gruppo sia i singoli cespiti e solo se non ci sono offerte per l’acquisto in blocco di tutte le aziende si aprono le altre proposte. Il Piano ha la durata di un anno e per questo periodo i lavoratori sono coperti dalla cassa integrazione guadagni straordinaria. “Si apre una nuova fase – ha dichiarato l’assessore Eva Guardiani – e noi continueremo a sostenere le istituzioni e gli organismi  impegnati in questa complessa operazione di salvataggio, nell’interesse della salvaguardia dei livelli occupazionali. Il Gruppo Atr è composto da 9 società con sede e stabilimenti a Colonnella e produce componenti in fribra di carbonio per i settore dell’aerospace e dell’automotive. Il gruppo conta oltre 600 dipendenti ma solo 289, attualmente, sono in carico all’azienda. Gli altri lavoratori sono impiegati nei due “rami” ceduti in affitto alla ITCA del gruppo Fiat –  che ha già annunciato che cesserà la produzione alla scadenza del contratto, ad aprile –  e alla Lamborghini il cui contratto scade a marzo.