Strada mai fatta, un arresto e indagati eccellenti

PESCARA – Un consulente per la ricostruzione post terremoto in Abruzzo, Carlo Strassil, è stato arrestato in un’inchiesta nella quale sono indagati anche l’ex provveditore alle opere pubbliche della Toscana Fabio De Santis, e gli imprenditori Carlo, Paolo e Alfonso Toto; l’indagine è relativa alla mancata realizzazione della strada "Mare monti" in provincia di Pescara. L’arresto è stato eseguito dal corpo forestale di Pescara su disposizione del Gip Luca De Ninis che ha accolto le richieste del Pm Gennaro Varone. Gli indagati sono in tutto undici; i reati contestati a vario titolo sono: concussione, corruzione, falso ideologico, abuso d’ufficio, truffa aggravata, peculato ed altre violazioni penali a leggi sulla tutela ambientale. Strassil, ingegnere di 63 anni, è stato arrestato nella sua casa romana. La magistratura ha anche disposto il sequestro preventivo di beni ed immobili per circa 3,5 milioni, ritenendo che si tratti di somme derivanti dagli illeciti commessi. I sequestri sono stati eseguiti in Abruzzo e nel Lazio. Oltre due milioni sono stati sequestrati ai Toto, un milione a Strassil, 171 mila euro a una società romana riconducibile a Strassil e 200 mila euro ad un’altra società romana dietro la quale avrebbe operato sempre Strassil. Strassil era il progettista della S.S. 81, meglio nota come "Mare e Monti", ed era stato incaricato dal commissario straordinario Valeria Olivieri. L’indagine "Mare e Monti" – condotta dal corpo forestale di Pescara comandata da Guido Conti – fu avviata nel 2008 con il sequestro del tratto di S.S. 81 realizzato senza autorizzazioni dentro alla Riserva naturale del Lago di Penne. Strassil, secondo quanto si è appreso da fonti investigative, sarebbe consulente per la ricostruzione dell’Aquila per progetti riguardanti la viabilità e l’agibilità delle scuole e sarebbe stato nominato dal provveditorato alle opere pubbliche. Da alcuni documenti sequestrati risulterebbero anche incarichi per il G8 della Maddalena. Per la sua attività generale svolta in riferimento all’appalto della strada "Mare monti", secondo l’accusa si sarebbe autoliquidato oltre tre milioni di euro. Inoltre, Strassil sarebbe stato l’intermediario tra pubblici ufficiali e l’impresa Toto, vincitrice della gara di appalto per la realizzazione della strada. L’ingegnere avrebbe stravolto l’appalto per renderlo economicamente vantaggioso alla società aggiudicataria. Per il fermo cantiere, la Toto avrebbe ottenuto due milioni di euro. Gli atti pubblici e lo stesso progetto sarebbero stati redatti direttamente dalla Toto costruzioni e fatti firmare da Strassil ai funzionari pubblici i quali, invece, avrebbero dovuto realizzare direttamente quella attività.  Per quanto riguarda De Santis – ancora in carcere nell’ambito dell’inchiesta fiorentina sul G8 – è coinvolto in quanto
all’epoca funzionario Anas. Secondo l’accusa avrebbe ottenuto 30 mila euro senza svolgere le proprie mansioni. Nell’inchiesta, che conta in totale 12 indagati, risultano coinvolto anche l’ex sindaco di Pescara Luciano D’Alfonso, all’epoca dei fatti presidente della Provincia, e il commissario straordinario per le interferenze della mare-monti Valeria Olivieri. D’Alfonso deve rispondere di concorso in truffa. Secondo l’accusa avrebbe svolto nella vicenda il ruolo di
referente politico degli imprenditori Toto. I fatti al centro dell’inchiesta della Procura di Pescara si sono svolti tra il 2001 e il 2008, quando il cantiere della Mare-Monti fu sequestrato.