In Abruzzo il 5% della viticoltura italiana. Con quali prospettive?

TERAMO – “Quale viticoltura per la Regione Abruzzo?”. Un tema sul quale si interroga il corso di laurea in Viticoltura ed Enologia dell’Università di Teramo che, in collaborazione con il Consorzio Agrario Interprovinciale di Chieti-Pescara-L’Aquila e il Consorzio Agrario Provinciale di Teramo organizza per giovedì alle ore 9.00, nella Sala convegni di Palazzo Sirena a Francavilla al Mare, un seminario tecnico-scientifico rivolto a tutti gli operatori del settore vitivinicolo. Durante l’incontro si affronterà il tema dell’esigenza di innovazione nel comparto e saranno presentate soluzioni tecniche e nuovi approcci metodologici per la programmazione e la gestione aziendale. L’apertura dei lavori sarà affidata a Domenico Pasetti, presidente dei due Consorzi Agrari che operano nel territorio regionale. “In Italia le superfici investite a vigneto per uve da vino – ha spiegato Michele Pisante, prorettore per la ricerca dell’Università di Teramo – hanno subito una drastica riduzione, passando da oltre 1,1 milioni di ettari nel 1970 agli attuali 650.000 ettari circa. L’Abruzzo conta circa 36.000 ettari coltivati, rappresentando circa il 5% della viticoltura italiana».
E”Il nuovo scenario che si delinea per la viticoltura abruzzese in particolare – ha aggiunto – comporterà a breve la scomparsa di molti piccoli appezzamenti e la loro sostituzione con impianti più razionali e accorpati. A fronte di questa previsione, è necessario programmare l’opera di riconversione ricorrendo ad una razionale ristrutturazione degli impianti esistenti, ma soprattutto curando l’impostazione e la realizzazione di quelli nuovi, che devono necessariamente rispondere a criteri di massima razionalità sotto il profilo fisiologico e sotto quello gestionalee”.
“Le direttrici frutto delle evidenze scientifiche raggiunte dall’ateneo – ha concluso – sono finalizzate all’ottenimento di quattro risultati fondamentali: la qualità delle uve, la produttività dell’impianto, il rispetto dell’ambiente e la riduzione dei costi di gestione”.