Economia: "L’Abruzzo non è in affanno, è solo più pessimista"

TERAMO – Dalla lettura degli studi nazionali di Confcommercio e Confesercenti "non solo emerge, per il 2010, una proiezione del PIL dell’Abruzzo che la indica come la prima regione del sud a far registrare una percentuale positiva, che si attesta intorno all’1%, ma risulta anche che la proiezione 2011 prevede un incremento del suo prodotto interno lordo pari al 2%, e cio’ è attestato su una cifra ben al di sopra della altre regioni meridionali e sostanzialmente sugli stessi valori delle regioni del centro Italia". E’ afferma l’ assessore regionale allo Sviluppo Economico, Alfredo Castiglione, che non vede affatto un’economia abruzzese in affanno ed in procinto di
vivere un autunno tribolato. Le dichiarazioni si inseriscono dopo le preoccupazioni lanciate ieri da Confartigianto che ha disegnato per l’Abruzzo un “autunno nero” nel quale si prevede la perdita di 3900 posti di lavoro e la chiusura di 2000 piccole e medie imprese. "Nonostante le gravi problematiche legate al sisma ed alla situazione della sanità – rilancia Castiglione – l’Abruzzo può permettersi di guardare con un certo ottimismo al futuro anche se il trend di crescita dell’economia, essendo limitato, non
assicura certo la soluzione delle questioni sul tappeto. Ma, intanto, è inequivocabile il dato che il reddito pro capite dei cittadini abruzzesi sia pari a 21.700 euro, che è pur sempre il primo di tutto il sud". Secondo Castiglione, "necessitano risorse sia per adeguare l’intero tessuto produttivo regionale alle richieste dei mercati internazionali che per attrarre investimenti dall’estero. In ogni caso – continua il vice presidente – da un’analisi del Cresa sul primo trimestre dell’anno in corso, l’Abruzzo ha, comunque, fatto registrare una crescita nella produzione industriale manifatturiera dell’1,6% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno". In proporzione al numero degli abitanti – prosegue Castiglione – l’Abruzzo vanta anche la quota di consumi più
alta a livello nazionale. Quindi più case di proprietà, più automobili, più beni durevoli ed anche i servizi sul territorio rispondono alle necessità degli abruzzesi, i quali lamentano meno difficoltà rispetto agli abitanti di molte altre regioni nel pagamento delle bollette. Nonostante ciò – ammette Castiglione – nelle imprese e nelle famiglie c’è un maggiore pessimismo ed è su questo aspetto che occorre lavorare ancora
molto"