Venturoni, una storia già vista

TERAMO – Qualcuno sarà soddisfatto. Il tam tam degli ultimi dieci giorni ha reso poco stupefacente il blitz giudiziario di oggi. Domattina leggere le locandine dei giornali sarà come vivere un dejavù. Mentre l’assessore Venturoni è logorato al confino nella sua casa, tra noi ‘liberi’ si impone il dovere di una riflessione: saperlo agli arresti è cosa che ci aspettavamo, come se lo aspettava anche lui. Paradossalmente, noi come lui l’abbiamo presa come una liberazione. Che ha messo fine allo stillicidio della vox populi, sempre più informata delle mosse della magistratura dei diretti interessati. Venturoni tutto questo lo aveva messo in conto, nel giorno stesso in cui si era caparbiamente impegnato nell’avere la delega alla sanità. La voleva per potere, è il teorema giudiziario. La voleva perchè doveva ‘ripulire’ quella fetta della politica (e della sanità) di casa nostra che ci ha buttato in un mare di debiti. Ma in questa regione è cosa impossibile. C’è una ‘cupola’ senza partito che lo impedisce e lo impedirà sempre. Venturoni lo aveva messo in conto, perchè l’assessorato alla sanità oltre che percorsi difficili e mediazioni complesse, porta con sè anche una decina di avvisi di garanzia e sicuramente anche un possibile arresto. Così, di default. Ma non lo diciamo oggi, dopo che la scure di un’altra inchiesta giudiziaria ci ha riportato ancora in prima pagina. Usciamo dal novero delle ‘regioni canaglia’ per il buco della sanità ma ci restiamo fissi per i nostri politici… Non siamo d’accordo. Venturoni non è una canaglia. Forse come molti hanno commentato oggi, “è stato arrestato perchè vogliono colpire Chiodi", “è un capro espiatorio, lo sanno tutti che è una delle poche persone oneste tra i politici": inorridiamo, come abruzzesi siamo preoccupati, molto preoccupati. Crediamo nella giustizia, crediamo nel lavoro dei pubblici ministeri, crediamo anche nella capacità di passare al setaccio la materia d’indagine. E’ ancora vivo il ricordo di un avviso di garanzia fantasma affibbiato con troppa leggerezza sempre a Venturoni. Non c’entrava nulla con quella inchiesta: qualcuno gli ha chiesto scusa? Siamo convinti della sua estraneità a una indagine che le carte giudiziarie di queste ore annunciano apertissima a molte definizioni sul fronte processuale. Ipotesi per ipotesi, facciamo una domanda: se fosse estraneo? Stavolta non basterebbero nemmeno le scuse.