La comunità eritrea stretta per il saluto a Gabriella

TERAMO – La comunità eritrea si è stretta attorno alla sua ‘mama’, Gabriella Baire, la badante uccisa una settimana fa a colpi di spranga da una collega etiope in un condominio di via Pannella. Con almeno quattro bus e molte auto private, giunti da diverse parti d’Italia, oltre 200 cittadini eritrei che lavorano e vivono in Italia hanno raggiunto questa mattina Teramo per partecipare ai funerali della badante, celebrati nel Duomo di Teramo (nella foto) a mezzogiorno. Le esequie sono state celebrate con il rito cristiano ortodosso, officiati da don Aldino Tomassetti e con la lettura di preghiere ortodosse nel finale della cerimonia. La comunità si è dunque stretta attorno al fratello e alla sorella di Gabriella, nota per essere stata l’apripista per i suoi connazionali per una sistemazione definitiva sul territorio italiano. Dal 1975, anno in cui la donna arrivò in provincia di Teramo, sono state centinaia e centinaia le persone, adulti e bambini, a trovare una sistemazione in zona, sia esso un lavoro o una famiglia. Per questo era vista come una celebrità, una persona alla quale portare rispetto a priori. E questo ha aumentato ancor più la commozione e lo stupore alla notizia dell’assassinio consumatosi nella soffitta del condominio. La salma di Gabriella Baire adesso sarà rimpatriata: partirà da Roma martedì per essere tumulata in un paese vicino all’Asmara. Intanto la donna accusata del delitto, la 54enne Tereke Lema Alefech, è stata trasferita di nuovo in carcere dopo il breve ricovero in ospedale per un sospetto di tubercolosi, scongiurata dai sanitari del Mazzini.