Tumori professionali, a Teramo 37 casi

TERAMO – Sono state 220 le domande, dal 2005 al 2009,  di riconoscimento di tumore professionale avanzate dai lavoratori abruzzesi. Di cui l’Inail ne ha accettate ai fini del risarcimento 29 casi, il 13,2%. Il numero di domande maggiori provengono dalla provincia di Chieti, 73, a seguire la provincia di Pescara con 65 domande, L’Aquila 45, e Teramo 37. Secondo gli esperti dei 29 casi di tumori professionali, 10 sono stati causati dal contatto con l’amianto, 14 casi hanno avuto come agente patogeno l’esposizione a radiazioni ionizzanti, altre cause sono state l’esposizione a fumi di saldatura, e da idrocarburi. Il settore più a rischio è dunque quello dell’industria, ma ci si può ammalare anche nelle campagne, come confermano i casi di tumori alla pelle e all’apparato respiratorio che sono stati provocati dal contatto.
Dati al di sotto della media nazionale, lontano dai picchi registrati in altre regioni del nord Italia (in Lombardia 1712 domande) ma comunque significativo tanto che sarà pertanto oggetto di un approfondito dibattito nel corso di un convegno ‘dal titolo ‘Prevenzioni delle neoplasie professionali: rischi storici ed emergenti”. All’appuntamento, in programma all’Aquila domani dalle 8.30 nell’Auditorium del Corpo Forestale dello Stato, prederanno parte oltre ai vertici regionali dell’Inail, l’istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, medici ed esperti di fama nazionale. Il convegno sarà anche l’occasione per presentare il Rapporto regionale Inail 2009, che rappresenta il quadro documentato degli infortuni nei luoghi di lavoro nella nostra regione, delle loro cause, e dell’incidenza statistica nei vari settori e aree geografiche. ”Compito del convegno – spiega il direttore regionale dell’Inail, Ferdinando Balzano –  sarà quello di fare il punto sull’esposizione lavorativa attuale ad agenti cancerogeni, e sull’andamento infortunistico nella nostra regione. Di fronte al lavoratore nulla deve avere maggior valore della sua salute, e non c’è risarcimento che valga di fronte al rischio di infortunio a alla minaccia della malattia professionale invalidante”.