Pagò il funzionario Ute, a giudizio il top manager

TERAMO – L’accusa è di aver utilizzato oltre mezzo milione di euro delle casse della Datasud di Castiglione Messer Raimondo per corrompere un funzionario dell’Ufficio tecnico erariale di Teramo affinchè evitasse i controlli previsti per determinare l’idoneità all’esenzione Ilor dell’azienda. Con le contestazioni di corruzione e truffa ai danni dello Stato, il giudice delle udienze preliminari del tribunale di Teramo, Giovanni De Renzis, ha rinviato a giudizio Roberto Tunioli, 52 anni di Bologna, ex vicepresidente ed amministratore delegato della Datalogic Spa, società quotata in Borsa che controlla la Datasud, anch’essa attiva nel settore della produzione di componenti elettronici. Con il top manager bolognese – che Il Sole 24Ore ha indicato nel 2008 come il dirigente di azienda più pagato in Italia con oltre 8 milioni di euro l’anno – saranno processati al tribunale di Teramo anche l’altro componente del management Pierpaolo Carusi (44), l’ex dipendente Luciana Luciani (45) di Atri e il funzionario dell’Ute, Giuseppe Di Carlo (64) di Giulianova. Nello stesso procedimento, ma per minaccia finalizzata a indurre a commettere un reato, saranno processati altri due esponenti del vertice Datasud, Stefano Biordi (46) dell’Aquila e Marco Rondelli (47) di Bologna. Gli stessi indagati, tranne Di Giuseppe, compariranno a giudizio dinanzi al gup di Bologna il prossimo 2 dicembre per rispondere di calunnia nei confronti della Luciani. Dallo scambio di querele con quest’ultima nacque l’inchiesta della Procura teramana, oltre tre anni fa. Nel 2005, i revisori accertarono nella Datasud ammanchi per 560mila euro: la società accusò di ciò l’ex dipendente Luciani, che aveva ampi poteri di gestione, licenziandola e denunciandola per appropriazione indebita. Lei ribattè accusando Tunioli di essere a conoscenza che quei soldi erano stati sistematicamente prelevati dai conti per corrompere il funzionario Ute che aveva il compito di controllare i requisiti dell’azienda ai fini dell’esenzione Ilor per gli investimenti nel Mezzogiorno. Venne così alla luce che la Datasud non avrebbe potuto beneficiare degli sgravi perchè non aveva rispettato uno dei requisiti fondamentali, ovvero la realizzazione del capannone di Castiglione entro il 1993. Da qui anche l’accusa di truffa ai danni dello Stato. L’indagine condotta dal pubblico ministero Davide Rosati ha portato all’archiviazione delle accuse di appropriazione indebita nei confronti della Luciani (difesa dall’avvocato Fedele Ferrara) e al conseguente stralcio per calunnia nei confronti degli accusatori.