Sanità, per il Pd "dossier Wikeleaks anche in Abruzzo"

TERAMO – Secondo il Pd regionale anche l’Abruzzo ha i suoi dossier Wikeleaks. Per il consigliere regionale Camillo D’Alessandro si tratta dei “verbali in cui il subcommissario Baraldi (nell’ultima seduta della Commissione Sanità, ndr) parla in totale libertà, arrivando a confermare che i commissari preparano le delibere ai manager.” I Consiglieri regionali del PD, membri della V Commissione Consiliare Sanità, ritenendo che il subcommissario Baraldi “vada oltre le sue competnze di tecnico”, hanno presentato questa mattina all’Aquila, un documento contenente delle domande al Presidente e Commissario Gianni Chiodi che riguardano tre aspetti ritenuti fondamentali dal gruppo del Pd per riaprire un confronto con la maggioranza sulla sanità e per la partecipazione degli stessi consiglieri alle prossime sedute della Commissione stessa. L’accento dei consiglieri Claudio Ruffini, Camillo D’Alessandro, Giovanni D’Amico e Marinella Sclocco, è posto su una riapertura del confronto sul Piano operativo della maggioranza con le istituzioni locali, gli operatori sanitari e i sindacati. Per i consiglieri del Pd serve inoltre chiarezza sui conti: “Considerato il commissario ha annunciato un ulteriore disavanzo di circa 80-100 milioni di euro per il 2010 – domandano i consiglieri del Pd – nell’ambito dei 2,6 miliardi di spesa sanitaria effettiva qual’ è la quota che si intende destinata agli investimenti, l’innovazione, la riqualificazione del personale?”. Per gli esponenti dell’opposizione vanno inoltre chiariti i rapporti con il privato: “quali settori e prestazioni Chiodi pensa di affidare al privato e quali soluzioni si intendono individuare per abbattere le liste di attesa?”. Domande alle quali gli esponenti del Pd chiedono risposte da parte della Giunta Chiudi annunciando che torneranno in Commissione “soltanto quando gli atti sulla sanità torneranno ad essere rinvenibili e condivisi”. “Senza una condivisione delle scelte sulla sanità regionale domani saremo costretti a non partecipare all’audizione del Presidente Chiodi – ha dichiarato Ruffini – il presidente deve dirci se vuole riaprire il confronto, magari iniziando a rispondere alle domande che gli abbiamo posto. Se non lo farà diserteremo la sua audizione che riteniamo a questo punto inutile.”