Disoccupazione, un'emorragia che colpisce le Pmi teramane

TERAMO – Nel 2010 ci sono stati piccoli segnali di ripresa per il piccole e medie imprese teramane, anche se il nodo cruciale resta quello dell’occupazione. E’ questa l’analisi che emerge dal rapporto di fine anno tracciato dall’Api (Associazione piccole e medie industrie) che ha svolto un’indagine su un campione di realtà locali. Il dato relativo all’occupazione nel 2010 è addirittura peggiorato rispetto al 2009, considerato l’annus horribilis per la concomitanza tra la crisi internazionale e il terremoto si è passati infatti da -15% a -19%. “Anche negli altri settori presi in esame – spiega il presidente dell’Api Teramo Stefano Camerano – non si registra ancora una ripresa piena ma, mentre per l’occupazione non abbiamo segnali incoraggianti, neanche considerando il dato in prospettiva, in altri ambiti notiamo miglioramenti che lasciano ben sperare”. I miglioramenti in questione riguardano la produzione, che nel 2009 era scesa a – 17% e adesso è risalita al -7%, il fatturato passato da – 19% a -11%, e gli ordini da -18% a -7%. Un altro dato interessante riguarda l’internazionalizzazione: le imprese che hanno scelto di investire su questo ambito di sviluppo hanno vissuto la crisi in maniera meno drammatica delle altre. Una cosa che trova riscontro nella domanda,che risulta in aumento per quanto riguarda i mercati esteri ma in netta flessione (-15%) a livello nazionale. Ancora difficoltà di accesso al credito, dove si notano netti peggioramenti, con un calo drastico nella propensione delle aziende ad investire (dal 23% al 13% per quanto riguarda gli impianti e dal 7% al 5% per le macchine per ufficio). Il quadro delle aspettative per il 2011, secondo l’Api, è simile all’andamento corrente: la situazione peggiore si prevede per le imprese più piccole, fino a 20 addetti. Tra tutti i settori, quello delle costruzioni registra un saldo particolarmente negativo della produzione (-32%), un dato che scaturisce da un insieme di problematiche accumulate: il rialzo del costo delle materie prime ma anche la difficoltà di accesso al credito, la diminuzione degli appalti pubblici, i ritardi nei pagamenti delle pubbliche amministrazioni, la pratica delle gare al massimo ribasso e l’esclusione delle imprese teramane, denunciata con forza da Dino Gavioli, presidente dell’Api Edil Abruzzo, dalle fasi della ricostruzione post terremoto all’Aquila. Dal canto loro, le Pmi ce la stanno mettendo tutta per uscire dalla crisi, creando reti di impresa e processi di aggregazione, soprattutto nel settore edile, dove è stato creato anche un Polo di innovazione. Intanto Camerano lancia un appello alla Provincia: far rispettare il protocollo d’intesa siglato il 9 luglio scorso tra sindacati e associazioni di categoria e renderlo effettivo, con l’istituzione di tavoli tecnici che coinvolgano tutti i portatori di interesse.