Pubblicità, le imposte del Comune nel mirino di "Città di Virtù"

TERAMO – Le imposte sulla pubblicità applicate dal Comune di Teramo finiscono nel mirino della Lista Civica “Città di Virtù” che accusa l’amministrazione di “fare cassa in modo maldestro e ai danni del cittadino”. “Nel periodo natalizio l’amministrazione comunale ha fatto recapitare a tanti teramani, avvisi di pagamento Ici e avvisi di accertamenti per l’imposta sulla pubblicità – spiega il consigliere Valdo Di Bonaventura – In riferimento a quest’ultima vengono richiesti pagamenti retroattivi (risalenti al 2005) non tenendo conto che il regolamento comunale all’art. 13 recita testualmente che in caso di mancata presentazione della richiesta di pubblicità ordinaria la stessa si presume effettuata con decorrenza 1 gennaio dell’anno in cui è stato accertata”.“Il bisogno di far cassa ricorda il meccanismo di vera e propria caccia alle streghe tipico delle monarchie  che avevano a che fare non con i cittadini ma con i sudditi – si legge nella nota del consigliere – .E’ facile applicare balzelli approssimati e impropri e poi dichiarare la disponibilità di rivedere la procedura e arrivare successivamente  a dimezzare gli importi, cosa che già si è verificata in moltissimi casi con  gli accertamenti Ici”. Per Befacchia e Di Bonaventura le scelte dell’amministrazione sono inaccettabili a fronte della grave crisi economica che investe le famiglie. “Non si può aumentare il numero dei dirigenti in maniera indiscriminata – conclude la nota – raddoppiare il numero della auto blu, e aumentare le spese di rappresentanza quando la situazione economica dell’ente non è rosea, e  poi far pagare ai cittadini i costi di una gestione dissennata”.