"Nessuna riduzione dei servizi", ammodernamento e riabilitazione nella sanità di Varrassi

TERAMO – Parla di decisioni di carattere temporaneo, di provvedimenti funzionali a dare un coordinamento alle Unità operative rimaste senza primari e di piani di ammodernamento, il direttore generale della Asl di Teramo Giustino Varrassi, intervenuto nel corso di una conferenza stampa per smorzare i toni preoccupati emersi dopo la pubblicazione del piano aziendale. I pensionamenti e i trasferimenti di numerosi primari nelle strutture private avrebbero infatti, secondo il manager, generato una situazione diffusa di equipe e dipartimenti privi di figure di riferimento. Un problema dunque, che in base alle rigidità sulle assunzioni dei primari, poteva essere superato dalla Asl solo con la trasformazione di alcune Unità operative complesse in Unità semplici, così da poter attribuire responsabilità organizzative al personale. Questo non si traduce per Varrassi in una interruzione delle attività, assistenziali, ma in una strutturazione funzionale all’assegnazione delle responsabilità. Il manager ha portato l’esempio del presidio di Atri sul quale erano circolati timori per la Gastroenterologia rimasta orfana di Alessandro Della Sciucca.”Non è Atri a dare l’addio alla Gastroenterologia – spiega Varrassi –ma è stato Della Sciucca a chiedere un trasferimento e tuttavia il reparto conta due specialisti del settore che continueranno a garantire l’assistenza necessaria ai pazienti”. Varrassi ha poi tenuto a precisare che il piano di ristrutturazione aziendale è un documento temporaneo in attesa che vengano emanate dalla Regione le linee guida che si tradurranno in un atto aziendale vero e proprio. “Nessuno vuole ridurre i servizi o penalizzare un presidio a discapito di un altro – ha detto ancora Varrassi – ma non possiamo più immaginare di avere ospedali generalisti perché questa strutturazione è inutile e dannosa. Ai presidi vanno attribuite vocazioni specifiche”. Da questo presupposto il manager parte per spiegare come la Asl nel suo piano triennale di investimenti, abbia previsto uno stanziamento di 1 milione e 200 mila euro per dotare la diagnostica radiologica di tre nuove tac destinate rispettivamente ad Atri, Sant’Omero e Giulianova, ma prevede anche un rafforzamento della struttura radiologica del Mazzini di Teramo che opera con macchinari obsoleti e risalenti addirittura al 1973. C’è poi ancora la volontà di dotare il San Liberatore di Atri di un litrotritore, un macchinario in grado di trattare la calcolosi renale senza intervento in grado di servire l’utenza di tutto il territorio provinciale. Novità sono ancora in arrivo per la riabilitazione. “Non ho problemi ad ammettere che in Regione siamo il fanalino di coda – ha detto Varrassi – ma abbiamo in programma di definire entro la prossima settimana un accordo con l’Università dell’Aquila che prevede la possibilità di fare interventi seri di riabilitazione direttamente nelle strutture pubbliche, ora quasi inesistenti”. Il manager ha inoltre dichiarato anche la volontà di dare nuovo slancio alla disponibilità di posti letto nelle strutture residenziali assistite (Rsa). A questo proposito è in corso il tentativo di risolvere a Giulianova un contenzioso su una struttura (rivendicata anche dai frati della Madonna di Pompei, ndr) che dovrebbe dare una soluzione al problema delle lunghe lista d’attesa. Infine per quanto riguarda il rinnovo della convenzione con l’Università dell’Aquila Varrassi ha annunciato che martedì prossimo ci sarà un Consiglio di facoltà durante il quale l’ateneo formulerà le proposte offerte in termini di servizi alla Asl di Teramo. Un’apertura, quella della Asl verso l’ateneo, che guarda anche nella prospettiva dell’attribuzione dei primariati. Nell’ambito della convenzione da rinnovare, a Varrassi piacerebbe infatti incardinare docenti universitari che consentono economie all’azienda in virtù del fatto che i professionisti sono già a carico, per larga parte, del Ministero dell’Istruzione e della Ricerca scientifica.