Alluvionati, tartassati e indignati

TERAMO – “E’ ora di dire basta alle ‘capanze di Tremonti’: per il Veneto alluvionato subito 300 milioni di euro, per l’Abruzzo terremotato e alluvionato solo promesse e poi tasse”. Coro di proteste dopo che si è appreso che il Governo ha stabilito l’imposizione di una tassa agli abruzzesi per ottenere i fondi previsti dal riconoscimento dello stato di calamità chiesto dopo l’alluvione del primo marzo. L’allarme lanciato ieri dall’assessore regionale alla Protezione Civile, Gianfranco Giuliante, che ha contro lo spettro di nuove tasse ha chiamato i cittadini alla mobilitazione, trova le critiche del centrosinistra, in particolare del Pd regionale, che accusa oggi il governatore di “imbarazzante silenzio”. “Chiodi chiarisca se condivide o meno le parole dell’assessore Giuliante e della linea romana – dichiara il capogruppo Pd Camillo D’Alessandro -. Una cosa è certa: Chiodi è stato scaricato da Berlusconi e presto verrà scaricato anche dai suoi concittadini teramani. L’unica cosa che gli resta è rassegnare le dimissioni e andare a casa.” “L’avevamo annunciato – aggiungono i consiglieri regionali – Claudio Ruffini e Giuseppe Di Luca – dopo il riconoscimento dello stato di calamità era necessario reperire subito le risorse per il teramano, purtroppo apprendiamo da Giuliante che dei soldi non vi è traccia. Per l’Abruzzo spremuto già come un limone da tasse, accise sulla benzina, debito sanitario, il Governo Berlusconi ha pensato bene di tassare ulteriormente gli abruzzesi per fronteggiare le calamità naturali. L’unico a farsi sentire è il neo-assessore alla Protezione Civile, tra l’altro un aquilano, che ha avuto il coraggio di battersi per le ragioni dei teramani alluvionati. Ma lo sfogo di Giuliante è il chiaro sintomo che la filiera della Pdl si è rotta”. “Raccogliamo l’invito alla mobilitazione di Giuliante – dice Ruffini – apriremo una vera e propria mobilitazione sui territori alluvionati ed inviteremo anche i sindaci di centro-destra a protestare contro questa ingiustizia e contro il Don Abbondio Chiodi intimorito dai Bravi romani.”