L'opposizione spara sul bilancio. "Solo tasse e nessun investimento"

TERAMO – Si dichiarano perplessi, ma anche preoccupati per il futuro, i gruppi all’opposizione del Consiglio comunale di Teramo dopo l’approvazione di un rendiconto finaziario definito “durissimo”. Un documento che per il capogruppo del Pd, Giovanni Cavallari, vede scendere le entrate del 35% rispetto all’anno precedente, ma inasprisce fortemente il prelievo fiscale. ”Le entrate tributarie – spiega Cavallari – nel 2009 ammontavano a 12 milioni di euro, arrivati a 24 milioni nel rendiconto 2010. Anche se il dato è ”drogato” dall’ingresso della Tia tra le voci del bilancio, rimane incontrovertibile un aumento delle tasse a fronte di una crisi e di una diminuzione dei trasferimenti statali”. ”Il bilancio è lo specchio della politica di quest’amministrazione – incalza il consigliere Sandro Santacroce (Prc) – ci è stato presentato come un ”bilancio di sinistra” eppure a fronte di nuove tasse non ci sono nè investimenti, nè l’offerta di nuovi servizi”. Per il consigliere una riflessione andrebbe aperta anche sulle spese per il personale dell’ente: “E’ stato ridotto da 395 a 362 unità, ma a fronte di un’economia di 464mila  euro non c’è stato un miglioramento della posizione contrattuale di circa 20 lavoratori assunti a tempo determinato part-time”. ”Esorbitanti” definiscono ancora i consiglieri d’opposizione le spese per le consulenze esterne. ”Gli incarichi sono costati al Comune 484mila euro – ha detto Santacroce – soldi che potevano essere spesi per qualificare i dipendenti e valorizzare i tecnici già a disposizione dell’ente”. L’ultimo affondo è arrivato dal consigliere dell’Idv, Siriano Cordoni, contro la politica culturale del Comune. Il fianco è offerto dalla voce di spesa per i musei, la pinacoteca e le mostre che evidenziano un’uscita di 660mila euro a fronte di 16mila euro in entrata. ”Sono anni che a Teramo manca un’offerta culturale davvero qualificante e che la città rinuncia a quel ruolo di traino che dovrebbe avere un capoluogo – accusa Cordoni – si vive del lavoro delle associazioni senza dotarsi di una programmazione di respiro più ampio. Assistiamo invece al fatto che le proposte più significative si spostano nei centri limitrofi come sta accadendo per Castelbasso”